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I prezzi delle case continuano a scendere: secondo l'osservatorio immobiliare di Nomisma l'anno scorso nelle grandi città (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino, Venezia) la flessione media è stata dell'1,5% per le abitazioni usate, del 2,3% per gli uffici, dell'1,6% per i negozi e del 4% per i capannoni. Nelle 13 città 'intermedie' (Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste, Verona) si evidenzia un arretramento del 2% per le abitazioni usate, del 2,4% per gli uffici, dell'1,4% per i negozi e del 2,6% per i capannoni. Secondo l'istituto di ricerca, nel 2016 le compravendite residenziali sono state 528.865, quest'anno sono previste a quota 565.391 (+7%), per il 2018 a 584.523 (+3% su base annua), fino alle 616.513 nel 2019 (+5%). Il volume degli investimenti immobiliari corporate l'anno scorso ha raggiunto il record in valore a 9,1 miliardi. 

"Seppur in un quadro di maggiore oculatezza e rigore non vi è dubbio che la ripresa in atto presenti tratti di fragilità", afferma Nomisma, che ha presentato il suo rapporto a Milano presso Mediobanca. Secondo l'istituto di ricerca "la composizione della domanda rivela non solo il perdurante attendismo della componente di investimento, anche l'esposizione del comparto alle scelte delle banche e, più in generale, alla concretizzazione delle aspettative di crescita del Paese". Sul fronte dei mutui l'incremento delle erogazioni ben esemplifica il cambio di orientamento e il parziale ripristino di una logica competitiva tra gli istituti usciti indenni (o meno malconci) dalla lunga fase recessiva. Nello specifico nel 2016 ne sono stati erogati per 49,3 miliardi (stima Nomisma) e le previsioni per l'anno in corso dell'istituto di ricerca bolognese portano a una cifra totale di 52,1 miliardi. Per il 2018 la differenza rispetto all'anno precedente è prevista praticamente nulla mentre per il 2019 la crescita delle erogazioni è stimata più intensa (nell'ordine dei 55 miliardi). Secondo le stime Nomisma, l'incidenza delle surroghe e sostituzioni sulle erogazioni totali è stata nel 2016 del 26,3% (28,4% nel 2015, 7,5% nel 2014). Considerando le erogazioni nette (depurando la componente di surroga e sostituzione) ci si attesta a 36,3 miliardi nel 2016 (+23,1% di variazione annuale delle erogazioni nette). Ma le preoccupazioni per Nomisma riguardano "il brutale riprezzamento dei crediti e con essi delle garanzie reali sottostanti". Ne rischia di scaturire "un impoverimento generale, quantomeno della componente di ricchezza immobiliare percepita. L'entità di 'non performing loans' che ancora appesantiscono i bilanci bancari sono un serio rischio sistemico: il probabile scivolamento in situazione di default di una parte significativa degli incagli attuali è una minaccia potenziale che solo un inguaribile ottimismo o la cogenza del vincolo di bilancio induce a ritenere non già di certa inesigibilità", afferma Nomisma, secondo la quale "i prestiti deteriorati sono arrivati ad attestarsi a quasi 326 miliardi (+274% rispetto al 2008) di cui 197 miliardi già annoverati tra le sofferenze". Sul fronte dei prezzi delle case "è a causa al perdurante eccesso di offerta e alla relativa fragilità economica della domanda che si deve la dicotomia di andamento tra attività transattiva e evoluzione dei valori di mercato: infatti all'impennata delle compravendite registrata nel 2016 e protrattasi nei primi mesi di questo, seppur con accenti meno marcati, continua a far riscontro la flessione dei prezzi e in particolare per le città intermedie un chiaro calo di intensità della spinta ribassista non si è ancora registrato", conclude l'istituto di ricerca.