Il voto della Base a favore della legge di stabilità 2017 non è scontato, ma è subordinato all'approvazione dell'emendamento, presentato dal consigliere Gaetano Ledda, per vincolare l'intervento di 14 milioni per acquistare Pecorino romano alla proporzionale ricaduta a favore dei pastori, con un prezzo del latte equo.
"Si tratta, infatti, di un documento contabile che non ci soddisfa ma al quale daremo il nostro voto per risolvere almeno un problema in questa nostra comunità regionale – spiegano Ledda e il leader del movimento, Efisio Arbau – tenuta, per sopravvivere, del settore pastorale e quindi delle zone interne e rurali". La Base Sardegna ricorda che, "già dai primi dell'anno, in solitudine, ha chiesto che l'intervento venisse approvato dalla commissione Bilancio e per questo è moralmente e politicamente titolata a chiedere che l'intervento sia vincolato agli scopi originari: salvare i pastori dal disastro, e non ad aiutare i soliti furbi che magari hanno comprato a basso costo il formaggio dalle cooperative in difficoltà.
Per farlo, anche per evitare sciocche e patetiche obiezioni da legulei da bar sport che abitano la politica regionale – osservano Ledda e Arbau – abbiamo predisposto un emendamento generale ed astratto che vincola tutti gli interventi pubblici a favore del settore lattiero-caseario, all'obbligo preventivo della contrattazione collettiva tra pastori ed industriali caseari. Con questo meccanismo la misura sociale non potrà attuarsi se le Associazioni agricole non firmano il contratto collettivo".