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Saranno ancora i Comuni a gestire le risorse del Reddito di inclusione sociale (Reis) per il 2017, con propri progetti o attraverso l'inclusione attiva in stretta collaborazione con l'ufficio di piano del proprio Plus e l'Aspal, l'agenzia per le politiche attive per il lavoro.

I Comuni potranno utilizzare le eventuali economie del vecchio Programma povertà e le risorse del 2016 per l'attivazione di progetti d'inclusione attiva. Lo ha stabilito la Giunta accogliendo la proposta di modifica delle Linee guida del Reis presentata dall'assessore Luigi Arru. "La gestione del reddito di inclusione sociale – ricostruisce l'assessore – avrebbe dovuto prevedere le stesse procedure che il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha approntato per il Sostegno per l'inclusione attiva (Sia), misura equivalente adottata a livello nazionale.

Attraverso un protocollo d'intesa fra la Regione, il Ministero e l'Inps si sarebbero definite le modalità operative con le quali l'Inps avrebbe dato attuazione alle linee integrative previste dal Reis e deliberate dalla Giunta. In tal modo, come già avviene per il Sia – precisa Arru -, le domande dei cittadini presentate ai Comuni di appartenenza sarebbero state caricate a sistema e poi gestite completamente dall'Inps attraverso la carta già in uso, utilizzando le risorse nazionali o quelle regionali, a seconda della tipologia di beneficiari. In questo modo i Comuni sarebbero stati sollevati dalla gestione che fino al 2015 li aveva visti coinvolti nel Programma povertà".