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Reis alla sarda: da circa due a cinque euro al giorno per nucleo familiare di tre persone con l’impegno di “reinserirsi”. Ma lo “spottone” regionale è ancora solo sulla carta. Basta sfogliare il "Report su povertà ed esclusione sociale in Sardegna 2016" della Caritas per capire quanto il fenomeno della povertà abbia ormai, nella nostra Isola, la dimensione di un’emergenza, se non si ha tempo di uscire dal palazzo. Trenta milioni nel bilancio regionale del 2017 e 14 milioni da quello 2016, per superare la povertà nell’Isola: sono misure caritatevoli che ricordano più le iniziative messe in atto dagli enti di beneficenza più che da un’Istituzione politica.

Il nostro Paese e la nostra Isola hanno bisogno di misure decisive nella lotta alle povertà. La soluzione è nel reddito di cittadinanza, una misura che ci porterebbe ad omologarci alla maggioranza dei Paesi europei. Né il SIA (Sostegno per l’Inclusione Attiva), voluto dal Ministero del Lavoro e del “pallone”, né il Reis, lo sono. Ricordiamo tutti lo “spottone” estivo del governatore Pigliaru.

Era l’agosto del 2016 e veniva approvata la legge regionale n.18, istitutiva del cosiddetto Reddito di inclusione sociale. REIS, una sigla Renzi-Style, che si tradurrà, quando arriverà ad avere un’applicazione, in una sorta di obolo dalle dimensioni lillipuziane a fronte di un’esigenza di sostegno alle povertà di tipo emergenziale. Chi ha un ISEE sotto i 3mila euro, ha diritto alla straordinaria cifra compresa tra i 200 e i 500 euro mensili in relazione al nucleo familiare. Facciamo un esempio pratico, diciamo che, per un nucleo di 3 persone, il sostegno si concretizza in una cifra, a persona, che oscilla tra i 2 euro ai circa 5 euro al giorno. Nell’attesa di questa “straordinaria” rivoluzione nel settore assistenza, è già passato quasi un anno. Ma siamo ancora qui, mentre questa misura, più che politica propagandistica, è ancora lettera morta.

La Sardegna, stretta in una paralisi che dura da anni, rimane appesa ai tempi della politica regionale e benché quella del Reis sia una misura del tutto insufficiente, ha del ridicolo che non sia stata ancora applicata. A detta del Presidente dell’Anci Sardegna Deiana, a dicembre la Giunta Regionale ha approvato le linee guida, sbagliandole. L’Anci ha chiesto la correzione sui criteri di applicazione, che l’Assessore della schiforma sanitaria ha garantito di recepire. Ai Comuni, inoltre, chiamati a gestire il Reis, non sono state attribuite dotazioni finanziarie certe. La Giunta Pigliaru, fa poco e male, anche questo bonus di memoria renziana e fermo in cassa, per chi è nella ristrettezza più assoluta: attendere prego l’inizio della campagna elettorale.

Andrea Vallascas