“[..] sanzione disciplinare di 10 (dieci) GIORNI DI SOSPENSIONE DAL LAVORO E DALLA RETRIBUZIONE [..]”
Questo è il succo della sanzione disciplinare che è stata consegnata a mio padre questa mattina, per aver preteso il proprio stipendio.
Sempre questa mattina ho ricevuto una chiamata proprio da mio padre che mi raccontava l’accaduto, non potevo in quanto figlia restare con le mani in mano.
Fin da piccola ho imparato quanto valesse il lavoro di mio padre, il suo stipendio essendo l’unica entrata era il nostro scoglio, o avrebbe dovuto esserlo. Invece così non è mai stato, nonostante mio padre si sia sempre spaccato la schiena per non farmi mancare niente.
Un figlio è impossibile che non si renda conto di una situazione del genere, ho sempre ammirato mio padre perchè ogni giorno si alzava e andava comunque a lavoro con un sorriso sincero, amando il suo lavoro che solo persone con un cuore grande quanto il suo possono fare.
Ho visto ragazzi illuminarsi alla sua vista, volergli bene ed essere stimolati ad andare a fare le loro terapie solo perchè significava passare dieci minuti in pulmino con mio padre.
Non è giusto che una persona sia umiliata in questo modo, venendo privata di ciò che gli spetta
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Vorrei sapere come vi sentireste a non sapere mai quando arriverà lo stipendio, vorrei che tutti capiste cosa significa crescere vedendo queste ingiustizie.
Proprio per questo a diciotto anni, appena diplomata ho deciso di andare via, trasferirmi ad un ora di aereo dalla mia famiglia, in cerca di un lavoro stabile invece di andare all’università affrontando spese impossibili da sostenere. Non volevo un giorno vivere una situazione come la sua, in parte desideravo essere autonoma e non gravare più sulle spalle dei miei genitori, riuscendoci.
Parlo a nome di tutti i figli che oggi hanno un fegato enorme dopo aver scoperto che i loro genitori erano stati sospesi, solo per aver preteso ciò che gli spetta di diritto.
Il mio nome è Monica Ciosci e sono fiera di mio padre, mai un giorno si è arreso e mai lo farà, ha sempre lottato contro queste ingiustizie mettendoci la faccia, proprio per questo ora a vent’anni metto la mia di faccia come lui mi ha insegnato per sostenere la sua causa.
Siamo figli fieri di grandi uomini e grandi donne, ora parliamo noi.
Monica Ciosci