Senza accordo collettivo sul prezzo del latte, fra organizzazioni di produttori e industriali o cooperative, le risorse messe a disposizione dalla Finanziaria 2017, 14 milioni di euro, non potranno essere spesi e rimarranno nelle casse regionali.
E' l'interpretazione 'autentica' degli esponenti di La Base che sostengono: "senza accordo fra le parti il bando sul ritiro del surplus di Pecorino romano non può essere pubblicato e sarebbe illegittimo".
"Quando si è verificata la crisi del latte a causa del surplus della produzione, col latte pagato a novembre e dicembre fra i 50 e i 60 centesimi al litro, il settore si è trovato al tracollo – spiega il consigliere regionale Gaetano Ledda – prima nell'interlocuzione in conferenza dei Capigruppo, quando c'è stata la manifestazione a Cagliari, e poi con le modifiche alla Finanziaria possiamo dire di avere salvato il settore, grazie ai 14 mln per il ritiro del Pecorino a favore degli indigenti che si aggiungono ad un bando simile di Agea da 4,1 milioni".
"Ora queste risorse però – sottolinea La Base – sono subordinate all'accordo collettivo, e noi vigileremo che questo venga fatto". Secondo una prima stima, ad un prezzo medio di sei euro al chilogrammo potrebbero essere ritirati dal mercato circa 30mila quintali di formaggio. Per il leader del Movimento, Efisio Arbau, "la politica ha fatto il suo dovere, seppure in ritardo.
L'idea è semplice ed attuabile grazie alle misure previste dall'Unione europea sul pacchetto latte: subordinare, per la prima volta in Sardegna, la misura pubblica ad una contrattazione collettiva puntando a sostenere una parte che non viene remunerata e che è quella più debole, cioè i pastori che possono fare massa critica attraverso le loro organizzazioni professionali".