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Il film "Silenzi e Parole" del regista Peter Marcias offende i frati del convento di Sant'Ignazio e utilizza il nome e le immagine dei frati per veicolare messaggi, e ideologie che i cappuccini non condividono senza ombra di dubbio.  
 
E' vergognoso e il signor Marcias dovrebbe chiedere scusa perchè, come da lui stesso confermato nell'intervista pubblicata in data odierna dal quotidiano La Nuova Sardegna, i frati non erano a conoscenza dei contenuti ideologici e politici del film a favore delle ideologie omosessuali e delle battaglie delle associazioni omosessuali più faziose e ideologizzate.
 
L'accostamento tra la Queeresima, pagliacciata volgare e sacrilega a favore dei cosidetti diritti gay, e la vita consacrata dei frati del convento di Sant'Ignazio, è un attacco senza precedenti ad una comunità e ad un luogo di fede che sono cari a tutti i sardi e che rappresentano un pilastro religioso e umano per i fedeli di tutta la Sardegna. 
Il tentativo, nemmeno simulato, del regista Marcias di accostare sacro e profano, di mischiare l'intimità della vita dei religiosi, citando a sproposito anche la figura di Frà Lorenzo, è una mancanza di rispetto e un'offesa a tutti i sardi che amano le proprie tradizioni religiose e sono legatissimi ai fraticelli di Sant'Ignazio.
 
Marcias chiesa scusa non soltanto ai frati, evidentemente non consapevoli delle finalità del film, ma anche alla chiesa sarda e sopratutto ai tanti devoti che oggi, leggendo la sua intervista, sono rimasti sconcertati e disgustati da questa becera e inaccettabile strumentalizzazione dei Cappuccini e della Quaresima, proprio nell'approssimarsi della settimana Santa.