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Rilancio della storica attività di sbarco del tonno a Olbia. È stato uno dei temi chiave della riunione di questa mattina del Comitato portuale.

L'iniziativa è partita ad inizio settimana, su richiesta della Generale Conserve Spa (As do Mar), con il coinvolgimento della Compagnia portuale Corridoni, incaricata dalla società per le operazioni di scarico delle stive.

Ma c'è un problema: manca il Pif, Posto di Ispezione frontaliero, ufficio periferico del Ministero della Salute, autorizzato dalla Commissione europea ad effettuare controlli veterinari su animali vivi e prodotti di origine animale provenienti da Paesi terzi e destinati al mercato comunitario o al transito verso altri Paesi. Una carenza – spiega l'Authority dei tre porti del nord Sardegna – che ha obbligato la nave New Takatsuki, proveniente dalle Seychelles, ad uno scalo tecnico nel Porto canale di Cagliari per i controlli sanitari, prima di riprendere il viaggio di altri due giorni verso Olbia, con un evidente aggravio dei costi. Un servizio, quello del Pif, sospeso nel 2011 per carenza di specifici traffici da sottoporre a controlli sanitari.

"Rispetto a sei anni fa – spiega il commissario straordinario dell'Authority del nord Sardegna Pietro Preziosi – la situazione è decisamente mutata. La domanda dello stabilimento olbiese As do Mar prevede una movimentazione di almeno 16 mila tonnellate di tonno per quest'anno, l'equivalente di almeno 16 navi e altrettanti controlli. È impensabile, inoltre, considerata l'entità del traffico che viene generata ogni anno nei nostri porti, obbligare le navi ad uno scalo tecnico su Cagliari. Pertanto, l'obiettivo è quello di procedere, così come previsto dall'UE, alla richiesta di riattivazione del Posto di Ispezione Frontaliero ad Olbia e, nell'immediato, consentire i controlli sanitari direttamente al porto Cocciani".