Gli Stati Uniti vareranno a breve nuove sanzioni contro la Siria. Ad annunciarlo è il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, parlando con i giornalisti a Mar-a-Lago.
"Penso che, naturalmente, ciò che è accaduto inciderà negativamente sui negoziati di Astana e Ginevra. E' un vero peccato che questa cooperazione e spinta in avanti effettivamente siano a rischio. Speriamo si possa arrivare alle discussioni pratiche sulle opzioni suggerite dall'inviato speciale dell'Onu per la Siria Staffan de Mistura nel corso del prossimo turno dei negoziati". Così il vice ministro degli Esteri Gennady Gatilov in un'intervista a Interfax.
Kerry appoggia i raid Usa: 'Bene azione rapida'
L'ex segretario di Stato, John Kerry, si schiera con Donald Trump e il raid in Siria. Secondo fonti citate dai media americani, Kerry "sosterebbe in pieno" l'attacco contro la base di Shayrat e sarebbe soddisfatto della "rapida azione". Kerry starebbe seguendo la situazione per vedere se saranno condotti altri raid e riterrebbe che "se eseguita correttamente e chiaramente, un'azione militare potrebbe ravvivare i canali diplomatici".
Il popolo di Trump si spacca, per molti è "un traditore"
Il popolo di Donald Trump si spacca sull'attacco in Siria. Se parte dei suoi sostenitori plaude all'iniziativa, molti lo accusano di essere un 'traditore'. Le parole più dure sono quelle dei suoi più ferventi sostenitori di estrema destra, coloro che l'hanno appoggiato incondizionatamente durante la campagna elettorale. E che ora gli girano le spalle dopo il raid in Siria. L'accusa e' chiara: Trump ha tradito i suoi elettori con un attacco che per anni ha condannato, e che ha condotto senza l'autorizzazione del Congresso. A dare sfogo alla propria rabbia sui social media e' il piccolo ma influente movimento nazionalista. ''E' un altro pupazzo neocon. Sono ufficialmente fuori dal suo carro'' tuona Paul Joseph Watson, direttore di Infowars. Richard Spencer, l'attivista di destra che ha coniato il termine 'alt-right', condanna l'attacco e lascia intravedere la possibilità di sostenere nel 2020 un altro candidato, Tulsi Gabbard, un democratico che ha incontrato il presidente della Siria, Bashar al-Assad, in gennaio.