Si è concluso in meno di 24 ore il braccio di ferro tra Abbanoa e un condominio di Alghero. Da ieri sino a questo pomeriggio le 36 famiglie dei due immobili ex Iacp di via Matteotti sono rimaste senz'acqua in seguito al provvedimento adottato dalla società che gestisce i servizi idrici in Sardegna. Un provvedimento reso necessario dal fatto che gli abitanti del condominio, alcuni dei quali hanno ormai riscattato le proprie abitazioni, hanno maturato nei confronti di Abbanoa un debito di 136mila euro.
Sollecitato dallo staff del vescovo di Alghero-Bosa, Mauro Maria Morfino, oggi è intervenuto il sindaco Mario Bruno. Grazie alla sua mediazione si è arrivati a un accordo che ha consentito l'allaccio immediato delle 36 utenze e l'individuazione di un percorso ragionevole per la soluzione del debito. A dimostrazione della loro buona volontà – così come richiesto dall'amministratore delegato di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti – i condomini hanno pagato questo pomeriggio un acconto di 3mila euro, impegnandosi in un piano di rientro rateizzato in cinque anni. Come spiega lo stesso Bruno, "l'accordo è stato possibile grazie alla disponibilità e all'apertura di Abbanoa e di Ramazzotti, che hanno consentito di scongiurare un disagio tra i più gravi, tanto più in un edificio abitato da anziani e da alcuni disabili". Proprio per questo motivo, il sindaco invoca "il ricorso sempre più frequente alle procedure speciali per la soluzione negoziata dei contenziosi con Abbanoa".
In caso contrario, si arriva a situazioni come quella generatasi ieri. "L'acqua è un bene essenziale, bisogna fare di tutto per mostrare almeno la buona volontà di pagare, ma le famiglie hanno diritto di poter vivere in condizioni perlomeno decorose", insiste Bruno, che si appella anche ad Abbanoa. "Dobbiamo sforzarci di individuare le soluzioni qualche giorno prima di arrivare allo slaccio dell'acqua".