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C’è l’ombra dell’infiltrazione camorristica nella gestione dei rifiuti in Barbagia. Nel corso delle esecuzioni della misure cautelari disposte dalla Dda di Cagliari nell’ambito dell’indagine ‘Terra bruciata’ sul sistema scoperto dai carabinieri della Compagnia di Tonara (Nu), al comando del capitano Andrea Di Nocera. All’appello, come destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari, manca Giuseppe Amato, 41enne di Torre Annunziata (Na). L’uomo è ricercato seppur non ancora inserito nell’elenco dei latitanti.

 

Secondo quanto si apprende Amato risulta affiliato al clan Gallo-Limelli-Vangone e sarebbe il terminale campano in Sardegna che forniva la “consulenza criminale” a Giovanni Maria Firinu, 58 anni di Santu Lussurgiu (Or), dipendente della Ecoservice, finito in carcere a Uta e ritenuto dagli inquirenti la mente dell’organizzazione che, attraverso intimidazioni e incendi, gestiva la raccolta dei rifiuti in Barbagia.

 

 La Dda contesta  l'associazione a delinquere di stampo mafioso a Firinu, alla moglie Francesca Piras, a Franca Pani e a Massimo Settefondi.