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In Sardegna ogni 100 anziani quasi 9 non hanno un reddito sufficiente a far fronte ai bisogni essenziali.

Di questi il 60% sono donne. I tassi più alti si rilevano rispettivamente a Carbonia (9,96%) e Medio Campidano (9,89%): su 100 quasi 10 sono in stato di deprivazione. Di contro il tasso più basso si rigistra in Ogliastra (5,27%). È uno dei dati emersi dal terzo report statistico realizzato dall'Ufficio studi della Cisl Sardegna e dalla Federazione regionali pensionati, presentato a Olbia durante la giornata conclusiva dei lavori del X congresso di categoria. L'importo medio delle pensioni sarde (considerate tutte le categorie: vecchiaia, invalidità, superstite, pensioni e assegni sociali) è pari a 715 euro.

E gli anziani sono sempre di più. Anagraficamente a star peggio sono sempre Oristano (età media 46,7 con indice di vecchia pari a 234,10%), Carbonia-Iglesias (46,7 anni età media e indice di vecchiaia 233,90%) e Medio Campidano (rispettivamente 46 anni e 213,70%). In Sardegna gli over 65 rappresentano ormai il 22,10% della popolazione (43,80 maschi, 56,20 femmine) e mensilmente vengono erogate 576.226 pensioni, di cui 99.578 Inps ex Inpdap, 475.925 Inps e 782 Inps ex Enpals.

Secondo i dati Istat la spesa pensionistica è pari al 22,49 % del Pil regionale. Solo Olbia-Tempio ha un tasso di crescita positivo (2,6%) anche se grazie al contributo migratorio. I territori che vanno male demograficamente sono Nuoro (tasso di crescita -8,5%), Medio Campidano (-8,2%), Oristano (-6,4%) e Carbonia-Iglesias (-6,2%).

Il Medio Campidano è il territorio col reddito più basso nel 2016 (dichiarazione 2015), seguito da Ogliastra, Nuoro e Carbonia-Iglesias. "La Sardegna di oggi necessita – dicono i segretari generali della Cisl, Ignazio Ganga, e Fnp, Piero Agus – di un nuovo progetto di sviluppo e del continuo adeguamento delle politiche e degli strumenti che dovranno offrire risposte alle necessità delle Comunità e dei singoli"