"Continuare a trattenere tutti questi accantonamenti significa versare alla Sardegna 2/10 in meno dell'Irpef che ci spetta e dunque non rispettare lo Statuto. A meno che lo Stato non abbia unilateralmente deciso di modificarlo stabilendo che nelle nostre casse debbano arrivare 5/10 e non più i 7/10 dell'Irpef previsti". Così il vicepresidente della Giunta, Raffaele Paci, dopo il confronto a Roma con la sottosegretaria Maria Elena Boschi.
"La Sardegna – ribadisce – ha contribuito, e in misura pesante, con 3,3 miliardi di euro in questi anni. Ora basta: continuare a pretendere il pagamento di centinaia di milioni all'anno non può essere accettato. Di sicuro partiamo da posizioni molto distanti e il confronto di oggi lo conferma. Ho apprezzato il fatto che, nonostante fosse solo il primo incontro, al tavolo ci fossero tutti i rappresentanti istituzionali coinvolti, in modo da essere immediatamente operativi". "Abbiamo rappresentato con forza le nostre ragioni- spiega Paci – e illustrato il dossier predisposto con il presidente Pigliaru che dimostra quanto la Sardegna ha bisogno di tutte le proprie entrate. Abbiamo detto al sottosegretario Boschi e al ministro Costa che non cederemo di un passo e che porteremo le nostre rivendicazioni fino in fondo. Il Governo, da parte sua, ha preso l'impegno di analizzare in tempi brevi la situazione con il Mef per dare le prime risposte alla Sardegna.
Non sarà facile ottenere i risultati che vogliamo – ammette il vice presidente – il Governo ci ha ripetuto che la situazione economica italiana è complicata e che le richieste della Sardegna possono generare un effetto a cascata sulle altre Regioni a Statuto speciale. Noi, numeri alla mano – racconta ancora Paci – abbiamo ribadito che la nostra situazione è più difficile rispetto ad altre e quindi chiediamo un'attenzione maggiore, che tenga conto del nostro particolare ciclo economico. Il confronto, insomma, è stato avviato: nelle prossime settimane ci rivedremo e ci aspettiamo le prime, concrete risposte".