“E’ il momento di riflettere sulla bontà dell'attuale sistema elettorale e, in questo contesto, la mia proposta è quella di modificare la legge elettorale per ritornare all'elezione del presidente della Regione all'interno del Consiglio regionale”. Lo afferma il Consigliere regionale della Sardegna e leader di ‘Movimento cristiano – Forza Popolare’ Marcello Orrù in merito alla legge elettorale regionale sull’elezione del Consiglio e del presidente della Regione, che oggi prevede l’elezione diretta.
“Non mi entusiasma il dibattito su voto di genere e doppia preferenza. Sono convinto –dice Orrù che l'impegno delle donne in politica non abbia bisogno di clausole di salvaguardie o di quote riservate: ci sono tantissimi esempi di donne appassionate e chiamate all'impegno politico che svolgono la loro attività con determinazione, entusiasmo e impegno. Ma sono altrettanto convinto che prevedere riserve indiane o strumenti facilitativi per l'elezione basata sul genere sia svilente per le donne che fanno politica seriamente e con passione vera”.
“E' invece importante approfittare della discussione in corso per facilitare un ritorno alla politica: l'attuale Consiglio regionale ha la grande occasione di determinare un cambiamento della legge elettorale attualmente in vigore e facilitare il ripristino del legame tra la società sarda e il Consiglio regionale. Oggi il ruolo di Consigliere è svilito da un esagerato peso politico della figura del Presidente della Regione che, avendo il potere di decretare la fine della legislatura attraverso le sue dimissioni, tiene in ostaggio un Consiglio regionale depotenziato e debolissimo nei confronti dei sardi. L'esperienza dell'elezione diretta è stata negativa e i fatti lo dimostrano: un consiglio regionale più debole equivale ad una Sardegna più debole anche dal punto di vista del confronto con lo Stato e con l'Europa”.
Secondo Orrù l’elezione del Presidente da parte dell’assemblea “sarebbe una svolta molto importante e capace di dare inizio ad una nuova stagione politica e di rimettere al centro degli scenari politici l'elettore e la forza della sua preferenza data al momento del voto. Restituiamo al consiglio regionale il ruolo per cui è nato: la casa di tutti i sardi e non la dependance del presidente di turno”.