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Via al suono delle launeddas per Sa Die de sa Sardignia, la manifestazione che ricorda l'insurrezione popolare del 28 aprile 1794 che portò alla cacciata da Cagliari dei Piemontesi del viceré Balbiano. La musica tradizionale sarda ha aperto le celebrazioni organizzate dal Comitato pro sa Die, al palazzo Viceregio. Poi il "battesimo" con le parole dell'assessore regionale della Cultura Giuseppe Dessena.

"Una festa – ha detto in apertura – che ha un valore simbolico e sostanziale. L'associazione alla figura di Giorgio Asproni è quanto mai attuale: fu lui a portare a fine Ottocento alla ribalta nazionale temi fondamentali come la condizione sociale ed economica dell'isola, l'insularità e i trasporti". Dessena ha poi lasciato l'aula per spostarsi a Santu Lussurgiu, un'altra simbolica capitale di Sa Die: le scuole, chiuse nel resto dell'isola, lì resteranno aperte proprio per consentire di far vivere tutti insieme anche alle nuove generazioni il vero significato della celebrazione. Dal palazzo Viceregio alla vicina cattedrale: i festeggiamenti continuano con la messa solenne cantata dal Coro Giovanile di Quartu Sant'Elena.

Ma si continua anche nel pomeriggio con gli spettacoli di gruppi di ballu tundu accompagnati da suonatori di launeddas, organetto diatonico e flauto sardo, in collaborazione con l'Associazione Symphonia di Cagliari e l'Associazione Brinca di Desulo e dalle 20 in poi a Sa Duchessa con balli e canti tradizionali. A Monti, nel nord Sardegna, si festeggia con un'iniziativa intitolata "L'identità culturale dei sardi dalla civiltà nuragica a internet", organizzata dal Comune in collaborazione con Archeolbia.