Saldo positivo delle imprese sarde: la differenza tra aziende che chiudono e quelle che aprono e resistono rappresenta quasi una cifra record nazionale dal momento che l'Isola è la seconda regione italiana dietro il Lazio. Segnali incoraggianti.
Ma con una preoccupazione: diminuiscono gli artigiani. Sono i risultati di un'analisi della Cna Sardegna sui dati delle imprese italiane nel primo trimestre 2017 appena pubblicati da Movimprese, la rilevazione condotta sui registri delle Camere di commercio da Unioncamere-InfoCamere. I primi tre mesi dell'anno si sono quindi chiusi con un saldo positivo: 3.840 nuove aziende a fronte di 3.272 cessazioni (+568).
Nuoro è la provincia che registra una maggiore crescita, seguita da Oristano, Sassari e Cagliari. Ma per l'artigianato si accende la spia: la Sardegna mostra un ulteriore peggioramento rispetto al 2016 registrando solo 364 nuove imprese artigiane contro 803 cessazioni per un saldo negativo di -439 (-1,21% contro il -1,16% del 2016). I numeri, in questo caso, sono negativi in tutte le quattro province, ma Cagliari fa segnare la flessione minore con 85 nuove iscrizioni e 156 cessazioni (-0,52%) seguita da Nuoro con 40 nuove iscrizioni e 138 cessazioni (-1,50%).
Fanalino di coda è Oristano con un saldo negativo di 74 imprese, due sole nuove iscrizioni a fronte di 76 cessazioni (-2,37%). "Nonostante le difficoltà in Sardegna cresce la voglia di fare impresa, ma purtroppo il settore artigiano continua a soffrire – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna – I problemi del settore sono noti, ma sembra mancare da parte delle istituzioni regionali la volontà di individuare le misure concrete, da noi più volte indicate, per dare impulso a un settore strategico per la nostra economia".