Rastelli ter o Rastelli via? Sará il tormentone sino alla fine della stagione. Ed è il gioco delle indiscrezioni che si annullano: da una parte la voce di un possibile contratto triennale, dall'altra l'ipotesi dell'ex ct Prandelli sulla panchina del Cagliari. Inutile chiedere al diretto interessato: per Rastelli il futuro significa solo "migliorare la classifica nelle prossime gare".
Ma le partite che mancano da qui alla fine del campionato, dopo la salvezza matematica conquistata ieri con la vittoria sul Pescara, sembrano in realtà importanti più per le avversarie che per i rossoblù: il Cagliari farà da arbitro per la corsa al secondo posto sabato con il Napoli e per la salvezza nella successiva sfida in casa con l'Empoli.
A proposito della gara con gli abruzzesi bisogna ancora capire se ci saranno strascichi dopo le proteste e l'abbandono del campo da parte di Muntari. Sicuramente quello che è successo in campo e dopo (le dichiarazioni di Zeman sui cori razzisti contro Muntari e quelle dello stesso giocatore) dovrebbe essere stato menzionato nel rapporto – di routine – inviato alla Procura federale.
Tornando al campo, uno dei più motivati a chiudere in bellezza è sicuramente Borriello: ieri il bomber è rimasto a secco dopo quattro turni consecutivi sempre a segno. Ma il record personale di 19 reti (ora è a quota sedici) è a portata di mano. Proprio Borriello è il primo nodo da sciogliere: ha un contratto annuale e potrebbe andare via dopo la fine del torneo visto che le richieste non mancheranno.
Ma ci potrebbero essere due interessi convergenti: quello del Cagliari che altrimenti dovrebbe subito andare a cercare sul mercato un giocatore da almeno dieci gol. E quello dello stesso attaccante: se in Sardegna è rinato, perché non rimanere? Partirà di sicuro Di Gennaro, ormai in scadenza di contratto.
Mentre dovrebbe tornare dal prestito il portiere Cragno: per restare o per andare a difendere i pali di qualche big? Tutto da vedere. Il Cagliari ha comunque anche Rafael, portiere che sta ipotecando la conferma (forse anche da titolare) con ottime prestazioni. Per il resto il mercato lo faranno le richieste: nessuno è incedibile.
I BUU RAZZISTI CONTRO MUNTARI – È appena passato il novantesimo. E c'è Muntari che si disinteressa della partita con il risultato ancora in bilico. Il Cagliari è in vantaggio di un gol grazie alla rete di Joao Pedro al 23' del primo tempo. Ma il Pescara si sta giocando le ultime chance per il pareggio. Muntari però non corre più: va a parlare con il quarto uomo prima. E poi con l'arbitro. È nervoso, agitato. Quando poi il direttore di gara, stanco delle continue lamentele, mostra il cartellino giallo lui non ce la fa più.
E si dirige verso il tunnel degli spogliatoi senza che nessuno lo abbia cacciato dal campo. Insomma, abbandona il terreno di gioco volontariamente: la partita va avanti senza di lui. La spiegazione di quanto è successo la da' il suo allenatore Zdenek Zeman in sala stampa. "Muntari ha sentito cori razzisti e ha chiesto di intervenire", racconta il tecnico boemo che poi commenta: "Facciamo sempre tante chiacchiere e poi ci si passa sopra".
Tutto lo stadio in effetti, negli ultimi minuti della sfida, ha passato il tempo non a guardare la palla ma a seguire le mosse dell'ex giocatore di Inter e Milan. Tutto potrebbe essere nato da un incontro ravvicinato tra giocatore e tifosi durante un'azione dei rossoblù. Muntari sullo slancio è finito dentro la porta a pochi metri da un gruppetto di supporter.
Da quel momento in poi il giocatore è una furia. Nella curva nord del Sant'Elia – va ricordato – da tre settimane non ci sono nemmeno gli ultrà del Cagliari che da un po' di tempo disertano il settore per protesta dopo i provvedimenti della Prefettura in seguito agli scontri avvenuti a Sassari un mese fa. La partita finisce. Salvezza matematica per il Cagliari. Ma a fine gara tutti parlano della rivolta di Muntari.
"CORI CONTRO DI ME FIN DALL'INIZIO" – "Facevano i cori contro di me da subito, nel primo tempo ho visto che nel gruppetto c'erano dei bambini e allora mi sono rivolto ai genitori e ho dato loro la mia maglia, per dare l'esempio. Poi in curva la cosa è continuata con un altro gruppo di tifosi: io stavo ragionando con loro, ma l'arbitro mi ha detto che dovevo lasciare perdere.
E lì mi sono arrabbiato. Perché anziché fermare la partita se l'è presa con me?". Così Muntari al termine della partita Cagliari-Pescara commentando la decisione di abbandonare il campo. "I tifosi hanno sbagliato ma l'arbitro – ha chiarito il giocatore – doveva fare qualcosa di diverso, non accusare me. Io non sono una vittima. Ma se si fermano le partite sono convinto che queste cose non succederanno più".
FILUCCHI, NON ABBIAMO PERCEPITO NULLA – "Cori non ne abbiamo percepiti, non abbiamo saputo nulla nè dall'arbitro nè dall'addizionale: riteniamo che la tifoseria cagliaritana non sia razzista. Non ci è stato notificato nulla. Penso che tutto sia legato a un alterco con la curva seguito poi dal confronto del giocatore con l'arbitro". Così il vicepresidente del Cagliari Stefano Filucchi al termine della partita con il Pescara commentando la clamorosa protesta di Muntari.







