la-farsa-eurallumina-e-della-politica-regionale
Circa un anno fa, la Conferenza di Servizi riunita per valutare il progetto di ammodernamento della raffineria di bauxite dell’Eurallumina (costruzione di una centrale a carbone ed ampliamento bacino fanghi rossi), si aggiornava richiedendo al Proponente, entro 60 gg, oltre 50 tra chiarimenti ed integrazioni progettuali, ritenute indispensabili per esprimere il giudizio di compatibilità ambientale. In seguito a reiterate richieste di proroga da parte di Eurallumina per produrre quanto richiesto, nel mese di febbraio 2017 si è riunita nuovamente la Conferenza di Servizi per quella che doveva essere la seduta conclusiva. Dopo due giorni di riunione, in conclusione di seduta, diversi Politici di alto livello istituzionale (Assessori Regionali) davano ai lavoratori ed all’opinione pubblica la notizia che la Conferenza si era conclusa positivamente, con l’espressione di 23 pareri positivi espressi dagli Enti e Servizi vari, fatta eccezione per il parere negativo (non vincolante, a detta loro) del Funzionario del Ministero dei Beni Culturali. Ovviamente tali annunci hanno rassicurato i lavoratori Eurallumina, da anni in attesa dell’epilogo della vicenda. Al fine di superare quelle che erano (o sono state spacciate per tali) motivazioni pretestuose o comunque facilmente bypassabili assunte a supporto del parere dal MIBAC, la Giunta Regionale, recentemente, con una apposita DGR, apparentemente rivolta erga omnes, ma di fatto funzionale, almeno nelle intenzioni, a superare l’opposizione del MIBAC, produceva una “interpretazione autentica” delle NTA (Norme Tecniche di Attuazione) del PPR relativa alle aree industriali, secondo la quale, in dette aree non operavano i vincoli paesaggistici preclusivi alla realizzazione del progetto Eurallumina.
Con tali proclami, la Politica Regionale ha dimostrato l’efficienza e la capacità di dirimere
positivamente una vicenda lunga e complessa, dandola per definitivamente conclusa nel migliore dei modi, fatto salvo il trascurabile aspetto paesaggistico, ritenuto marginale e comunque non vincolante.
 
Peccato che i fatti siano ben diversi. Infatti:
 
1. Il parere del MIBAC pare sia vincolante e non consultivo, per cui senza la rimozione di tale
parere negativo l’intervento non può essere autorizzato;
 
2. Il parere del MIBAC, molto ben articolato e circostanziato sotto l’aspetto sostanziale e
giuridico, si richiama prevalentemente a normativa sopraordinata a quella regionale
(nazionale e comunitaria), per cui “l’interpretazione autentica” (in questo caso sarebbe più
opportuno definirla funzionale) del PPR non scalfisce l’impianto giuridico del parere del
MIBAC;
 
3. Da un colloquio avuto con i Dirigenti del Servizio SVA della Regione che ha la titolarità della
procedura di VIA, si è appreso che, delle oltre 50 richieste di chiarimenti/integrazioni
richieste al Proponente, all’atto dell’ultima Conferenza di Servizi, ne mancavano ancora
oltre 20. Questa circostanza fa ritenere che in ogni caso, ed indipendentemente dal parere
del MIBAC, la procedura non si sarebbe potuta concludere, per l’impossibilità di più Enti di
esprimersi sulla base di fatti oggettivi.
 
Da tutto ciò risultano evidenti tre cose:
 
– che il parere negativo del MIBAC è stato assunto dalla Politica Regionale quale alibi per
giustificare la mancata definizione formale della procedura;
 
– la scarsa rilevanza (parere non vincolante) attribuita al parere MIBAC ed il presunto
assenso plebiscitario di tutti gli alti Soggetti è stato sbandierato come la vittoria
dell’apparato regionale su quello statale;
 
– che nessun passo positivo definitivo era stato raggiunto, soprattutto per l’inadempienza
del Proponente;
 
– Che la Politica ha pesantemente bluffato, ingannando, attraverso informazioni mendaci o
quantomeno parziali e fuorvianti i lavoratori, che legittimamente pressavano le
Istituzioni, per ottenere la conclusione positiva della procedura, anche con azioni
dimostrative evidenti (occupazione di uffici regionali).
 
Al di la dell’interpretazione giuridica sulla rilevanza del parere del MIBAC (vincolante o meno), i veri quesiti a cui ora è dovuta una risposta, per i quali si chiede l’intervento dei Soggetti
istituzionali e politici a cui è rivolta la presente nota, ognuno per le proprie competenze, sono i
seguenti:
 
1. non avendo motivo di dubitare delle affermazioni dei Dirigenti dello SVA in merito al
mancato riscontro da parte del Proponente a numerose richieste di
integrazioni/chiarimenti, è effettivamente vero che tutti i Soggetti partecipanti alla
Conferenza si sono espressi positivamente? In tal caso, non vi è dubbio che tali pareri
evidentemente privi di supporto motivazionale, devono ritenersi quantomeno nulli e la 
stessa procedura di VIA gravemente e sostanzialmente viziata, tanto da essere inficiata,
fatte salve eventuali responsabilità di rilevanza penale a carico dei Funzionari in causa;
 
2. in caso contrario (non è vero che tutti gli Enti tranne il MIBAC si sono espressi
positivamente), perché i Politici hanno spudoratamente mentito ai lavoratori ed
all’opinione pubblica? La risposta in questo caso è semplice e facilmente immaginabile, ma
non altrettanto facilmente accettabile. Forse la risposta a tale atteggiamento va ricercata in
una banale quanto probabile circostanza: sia Eurallumina che la Politica Regionale sanno
benissimo che non esiste una reale volontà di ripresa produttiva dello stabilimento di
Portovesme, ma ad entrambe conviene stare al gioco delle Parti, sulla pelle dei lavoratori,
seppure con obiettivi differenti: da un lato, con le lusinghe di una possibile ripresa, da oltre
9 anni Eurallumina evita di sborsare i costi di una gravosa bonifica, indispensabile al
momento della dichiarazione di chiusura, dall’altro, da questa situazione possibilista, la
Politica trae vantaggi in termini di ordine pubblico ed elettorali. Entrambe giocano sulla
pelle dei lavoratori, che anche alla luce di questi fatti, forse dovrebbero cercare di vederci
più chiaro in tutta la vicenda, occupando sì gli Assessorati, ma non per chiedere la
conclusione della procedura di VIA, ma le dimissioni dei bugiardi (se tali risulteranno).
 
 
Assotziu Consumadoris Sardigna/Onlus Sardegna Pulita
 Marco Mameli Angelo Cremone
 
Confederazione Sindacale Sarda ADIQUAS
 Giacomo Meloni Giancarlo Ballisai