Al quarto tentativo, fumata bianca. Russia Turchia e Iran, i paesi garanti della tregua in Siria e dell'iniziativa negoziale di Astana, hanno infatti siglato un memorandum che prevede la creazione di quattro 'zone cuscinetto' in cui saranno vietate "ogni tipo di ostilità" fra i ribelli e le truppe fedeli a Bashar al Assad. Una novità sostanziale che ha suscitato il plauso di Staffan de Mistura: "E' un passo avanti importante", ha detto l'inviato speciale dell'Onu. I ribelli, per bocca di Osama Abu Zaid, della delegazione dell'opposizione, hanno in verità bocciato l'intesa rifiutando qualunque divisione "dell'integrità territoriale" siriana e ogni ruolo dell'Iran "come paese garante". Ma il loro benestare, è stato sottolineato ad Astana, non serve. E forse il variegato mondo delle sigle armate non è nemmeno così compatto sulla questione.
L'accordo prevede la creazione di 'zone di sicurezza' dotate di "check-point e punti di osservazione" accanto ai confini delle 'zone a bassa tensione' o 'zone cuscinetto', indicate nel documento come "zone di de-escalation". Una doppia cintura protettiva per evitare scontri tra le parti in conflitto e "garantire il movimento dei civili disarmati, l'accesso degli aiuti umanitari e per facilitare le attività economiche". L'aviazione siriana metterà fine ai raid nelle 'zone a bassa tensione' mentre Mosca ha promesso di fare altrettanto a patto che "la tregua regga".
Le quattro 'zone cuscinetto' – per ora si sa che includeranno Idlib, Latakia, Homs e parte di Aleppo – verranno individuate con precisione "entro il 4 giugno". Intanto però a partire dal 6 maggio gli scontri dovranno cessare. L'accordo avrà una durata di 6 mesi rinnovabili e, se tutto va bene, per l'inviato speciale di Putin in Siria, Alexander Lavrentyev, diventerà "permanente". Detto questo, Russia Turchia e Iran – sempre stando al documento – continueranno a impegnarsi nella lotta all'Isis e ai qaedisti di Al Nusra "sia all'interno sia all'esterno delle zone di de-escalation". La lotta senza quartiere ai terroristi dunque continua. Mosca si è detta disponibile a inviare "osservatori" e non è escluso che altri "paesi neutrali" possano fare lo stesso, a patto che i paesi garanti siano d'accordo. Il prossimo round negoziale ad Astana è previsto per metà luglio. I ribelli non hanno garantito la loro partecipazione: tutto probabilmente dipende da cosa accade sul campo e se le parole si tradurranno in fatti.
Gli Usa apprezzano l'accordo annunciato ad Astana ma restano "prudenti" e "continuano ad avere alcune preoccupazioni, compreso il coinvolgimento dell'Iran come cosiddetto 'garante'". "Le attività dell'Iran in Siria hanno solo contribuito alla violenza, non a fermarla, e l'indiscutibile sostegno dell'Iran per il regime di Assad ha perpetuato la miseria dei siriani", sostiene il dipartimento di stato in una nota.
In ogni caso gli Usa "sperano che questo accordo possa contribuire alla de-escalation della violenza, alla fine delle sofferenze del popolo siriano e a gettare le basi per una soluzione politica del conflitto". "Non vediamo l'ora di continuare il nostro dialogo con la Russia sugli sforzi che possono responsabilmente mettere fine al conflitto in Siria", conclude la nota, esprimendo "forte supporto" al processo guidato dall'Onu a Ginevra sotto la guida di Staffan de Mistura.