solidariet-and-agrave-volontariato-sardo-in-crescita

Cresce in Sardegna l'esercito del bene. Nell'Isola le associazioni di volontariato censite sono 1.701: 400 in più rispetto a nove anni fa con 32mila persone sul campo. Una cifra per difetto: considerando anche i volontari saltuari e le persone retribuite dalle associazioni, il numero dei sardi impegnati nel volontariato sale addirittura a 183 mila. Sono i dati che emergono dell'analisi "Il Volontariato in Sardegna – Organizzazioni di volontariato nella rilevazione campionaria 2016: identità e processi", promossa dal Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale e condotta dal ricercatore Renato Frisanco.

Secondo la ricerca, le associazioni hanno in media 19 volontari, a cui però si devono aggiungere coloro che a volte contribuiscono all'operatività dei gruppi. Le organizzazioni di volontariato sono generalmente piccole: il 45% non ha più di 10 volontari (dato è rimasto invariato rispetto alla precedente ricerca). Il 45% delle organizzazioni opera nel territorio della provincia di Cagliari. Quale l'attività? Secondo la ricerca, ad essersi consolidate maggiormente in questi ultimi otto anni sono state soprattutto le organizzazioni di volontariato impegnate nel welfare. Le nuove associazioni sono sorte invece soprattutto nell'ambito della partecipazione civica (cultura, ambiente, beni culturali, solidarietà internazionale).

Quali i requisiti? Per i presidenti delle associazioni che hanno risposto al questionario la prima caratteristica che deve avere un volontario è quella di saper fare squadra, seguita dalla consapevolezza della sua azione gratuita e dalla disponibilità ad avere relazioni sociali. Emerso anche il difficile dialogo fra le organizzazioni e le pubbliche amministrazioni. Molte associazioni denunciano di non poter disporre di una sede. Tuttavia, sono in crescita i progetti portati avanti assieme alle amministrazioni comunali. Alla domanda "come vi immaginate fra cinque anni?", il 42% delle associazioni ha affermato di prevedere una crescita (nel 2007 gli ottimisti erano il 29%), mentre il 25% ha risposto prevedendo una continuità con il presente (la percentuale nella precedente rilevazione era del 38).