Dopo la posa del primo mattone del ‘Sardegna Arena’ è arrivata l’ora di pensare anche al quartiere, alla gente che ci vive, alle loro condizioni: “Rimasugli di vetro ammucchiati insieme all’immondizia all’ingresso del rione. Marciapiedi sempre pieni di foglie e rifiuti di ogni genere. Strade mai illuminate con la notte che si trasforma in un vero e proprio rischio per i residenti. Parchi in cui poter andare solo di giorno perché al calare della sera aumenta il pericolo”. La fotografia del Borgo Sant’Elia è di Edoardo Tocco, consigliere regionale di Forza Italia che invoca un serio restyling del quartiere, con un criterio per evitare ulteriori problemi ai residenti.
“Schiacciato tra lo stadio, la tangenziale che corre verso il Poetto e lo specchio d’acqua sul golfo di Cagliari, il Borgo è sempre stato percepito come un’entità a sé stante. L’Azienda Regionale per l’Edilizia Abitativa tenta di dare una svolta con la ristrutturazione dei palazzoni, dove in alcuni stabili gli ascensori non funzionano – afferma Tocco – con anziani, invalidi e diversamente abili costretti a restare prigionieri nelle loro case perché non possono affrontare le scale. Area ha già elaborato un programma per ristrutturare gli alloggi ma sarebbe auspicabile dare priorità alla vivibilità del rione, non imponendo ulteriori sacrifici”.
Tocco accusa Area che “si dovrebbe occupare delle case popolari e degli spazi attorno agli alloggi. E’ uno scaricabarile assurdo – aggiunge – con tanti residenti e soprattutto alcuni bambini che, ai piedi degli stabili, da mesi sono costretti a giocare nelle pozze di acqua putrida derivanti dalla fogna a cielo aperto. Non dimenticando poi le condizioni di incuria degli spazi circostanti ai palazzoni, con le situazioni farebbero impallidire le popolazioni del terzo mondo”.
I lavori di riqualificazione avrebbero come prima conseguenza il trasferimento degli abitanti dalle loro case, ma Tocco non è d’accordo: “Sarebbe opportuni che Are trovasse degli alloggi provvisori in zona – conclude – per scongiurare che numerose famiglie rimangano senza un tetto. E’ poi indispensabile riconsegnare il rione alla città, con spazi per una qualità di vita