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In 13 anni il comparto artigiano ha perso seimila aziende, passate da 35mila imprese del 1999, a 41mila nel 2004 sino alle attuali circa 35mila.

Un settore che ha un volume d'affari stimato in 5,6 miliardi di euro, cioè il 17% del Pil regionale, e che, secondo i Riformatori che hanno presentato una piattaforma di rilancio, è "abbandonato a se stesso, come anche il commercio".

"Le ragioni sono numerose – afferma Roberto Frongia, dell'ufficio studi dei Riformatori – col totale disinteresse da parte della Giunta Pigliaru. Occorre invece puntare sull'aumento di capitale e sugli investimenti infrastrutturali e verso l'innovazione per artigianato e commercio, due barche abbandonate alla deriva". Le proposte sono sei: rifinanziare i contributi in conto capitale anche in caso di leasing, o la legge regionale per investimenti superiori, ma anche la legge sull'apprendistato che prevede un contributo in conto occupazione, la creazione di un fondo antiusura e lo sblocco del fondo di garanzia presso la Sfirs.

Inoltre i Riformatori presenteranno una proposta di legge dal nome "Artigianato 4.0", con misure a sostengono della ricerca e dell'innovazione delle imprese artigiane. Discorso a parte sul credito e sull'artigianato artistico tipico e tradizionale. "Sbagliando è stata cancellata l'Isola – osserva Frongia – noi invece proponiamo un rilancio del settore". Tutte queste proposte verranno ora discusse con le associazioni del settore.