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Nonostante in Sardegna ci siano detenuti in regime di 41 bis, "non si rilevano particolari problemi legati alla loro presenza. L'Isola da questo punto di vista è una garanzia". Lo ha detto la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, al termine delle audizioni in Prefettura a Cagliari con il facente funzioni della direzione distrettuale, Gilberto Ganassi, e i rappresentanti delle forze dell'ordine.

Subito dopo i commissari si sono spostati a Uta, a pochi chilometri dal capoluogo, per visitare il penitenziario, domani toccherà al carcere di Bancali a Sassari. In questo istituto, secondo i dati forniti dalla Bindi, sono ristretti al 41 bis 90 detenuti, a Uta invece sono 38 quelli a regime speciale.

Il vicepresidente Claudio Fava (Movimento democratico e progressista) ha spiegato che a Sassari "è improbabile che ne arrivino altri, perchè la capienza è praticamente utilizzata al 100%. Altri detenuti con questo regime potranno essere ospitati a Uta ma solo quando si concluderanno i lavori dell'ala riservati appunto 41 bis: oggi stiamo andiamo a capire lo stato di avanzamento delle opere".

"Guai ad abbassare la guardia sulla mafia, non lo stanno facendo le istituzioni e neppure le forze di polizia: per sconfiggere le mafie di oggi occorre che ognuno di noi sia sentinella e che ci sia una vigilanza da parte di tutti" E' il monito che la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi lancia da Cagliari, dove l'organismo parlamentare ha sentito in audizione i prefetti e i questori, il facente funzioni della direzione distrettuale, Gilberto Ganassi, e i rappresentanti delle forze dell'ordine.

"Ovunque la mafia si serve di intermediari – sottolinea Bindi – e non avrebbe la possibilità di agire se non ci fossero banche, professionisti ed imprenditori compiacenti, ma anche grazie forse alla sottovalutazione del cittadino. Se è vero l'antico detto che il denaro non ha odore, i soldi della mafia hanno certamente un cattivo odore, come anche i voti della mafia hanno anch'essi un cattivo odore".