"E' arrivato il momento di 'fare il tagliando' allo stato delle politiche attive per il lavoro in Sardegna. Giunta e sindacati, insieme, per alcune verifiche obbligatorie richieste dall'avvio di un nuovo percorso segnato in particolare dalla riforma dei servizi per l'impiego, con la creazione di un'agenzia competente in materia (l'Aspal)", lo ha chiesto il segretario della Cisl, Ignazio Ganga, secondo il quale è anche urgente verificare "se la volontà politica, annunciata nel Piano regionale di Sviluppo all'interno della 'Priorità lavoro', di una valorizzazione delle azioni per rilanciare sviluppo e occupazione, ha cominciato a produrre effetti concreti".
"Il piano sulla 'priorità lavoro' da metà 2015 non ha ancora dato i risultati attesi – ha sottolineato Ganga – nonostante oltre 30 misure messe in campo dalla Regione. Non si è riusciti, fino a questo momento, ad incidere adeguatamente sulle debolezze del mercato del lavoro isolano. E' vero che in questi anni le misure hanno avuto carattere emergenziale, intervenendo soprattutto per tamponare specifiche situazioni di crisi, spesso di origine lontana nel tempo e di particolare problematicità sociale (Saremar, Parco Geominerario, Portovesme, ex tessili) o comunque interessando una circoscritta platea. Alcuni programmi hanno avuto carattere sperimentale, come il bando Flexicurity e del progetto pilota del contratto di ricollocazione, ma soprattutto del programma nazionale Garanzia Giovani, caratterizzato dalle difficoltà nel presentare un'offerta concreta ai giovani, se non per un numero ridotto di loro". Secondo la Cisl "ulteriori azioni attendono ancora di potersi dispiegare come il bando Blue & Green economy, altre si sono perse per strada. Basti citare il progetto ICO edili, atteso da quasi due anni, che conferma l'inadeguatezza di soggetti preposti all'accompagnamento di alcune misure lavoristiche come la società in house della Regione Iinsar. Infine persiste una sostanziale cronica debolezza regionale nel programmare la formazione professionale".







