I numeri del settore dell’edilizia in Sardegna descrivono una realtà in grossa difficoltà dove negli ultimi anni il calo della domanda tanto nel pubblico quanto nel privato, le difficoltà di accesso al credito e le lungaggini burocratiche hanno determinato la chiusura di numerose imprese e la perdita di decine di migliaia di buste paga.
Questi temi, oggetto oggi della mobilitazione anche in Sardegna dei sindacati del comparto, meritano risposte migliori di quelle messe in campo fino ad oggi dalla Regione: politiche sinora deludenti, tardive e per certi versi profondamente inique e al limite della legittimità.
Il riferimento è in particolare al bando Ico Edili, sui cui contenuti è stata presentata l’interrogazione in allegato, recentemente pubblicato dalla società partecipata regionale IN.SAR. S.p.a. dopo anni di attesa e di annunci.
Le innumerevoli storture presenti nel bando rischiano di vanificare le attese del settore e utilizzare i 2,750 mln a disposizione per distribuire in maniera dissennata risorse per pagare tirocinanti per fare le pulizie degli edifici e lavoratori nelle ditte specializzate in demolizioni navali, produzione di compost e smaltimento di rifiuti industriali. Attività che con l'edilizia c’entrano come i cavoli a merenda.
Il poco denaro disponibile nelle casse pubbliche deve essere destinato prioritariamente al reintegro lavorativo dei disoccupati dell’edilizia e a favore delle piccole e medie imprese, le meno attrezzate a reggere l’onda d’urto della crisi economica. E non, come in questo caso, a sostenere la creazione di un’occupazione solo “virtuale” e durevole pochi mesi capace di essere rilevata, forse, soltanto negli almanacchi trimestrali delle statistiche regionali.
Tanto meno sarà garantita in questo modo un’equilibrata distribuzione dei finanziamenti nelle province e nei territori più disagiati dell’isola. E’ inutile dispensare belle parole nei convegni sul tema dello spopolamento se poi non si inseriscono nei bandi, attraverso una ripartizione territoriale delle risorse, clausole per impedire che il 90% delle risorse si concentri in un territorio lasciando a bocca asciutta il resto dell’isola così come è successo per il precedente bando ICO, gestito sempre da IN.SAR. spa.
La Regione eserciti il suo ruolo da azionista di maggioranza: fermi il bando ICO Edili, corregga l'operato delle società partecipate che sprecano soldi pubblici, si adoperi per dare risposte serie a un comparto in difficoltà che non merita prese in giro".
Francesco Agus
Consigliere regionale Campo Progressista