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È trascorso quasi un anno dal decreto di riforma del Parco geominerario storico ed ambientale della Sardegna, ma nulla sembra essere cambiato.
 
Nonostante, infatti, il Consiglio regionale abbia recentemente recepito il dpr contenente il “Regolamento recante individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata”, i sardi non potranno beneficiarne. La responsabilità è tutta del Parco Geominerario, che non ha ancora provveduto a fare la parte di sua competenza: l’approvazione delle nuove cartografie e delle nuove zonizzazioni che individuino le zone sottoposte a vincolo e quelle libere. L’obiettivo del Regolamento ministeriale è di arrivare ad una semplificazione della burocrazia in grado di rilanciare l’edilizia. Ma non c’è nulla da fare: al Parco, purtroppo, si sonnecchia. 
 
A risentirne è soprattutto l’edilizia libera: anche laddove con la nuova disciplina contenuta nel regolamento del dpr non sarebbe necessaria l’autorizzazione paesaggistica, in Sardegna occorre sempre e comunque, a causa delle inefficienze del Parco, evidentemente ancora affaccendato nelle sue proverbiali beghe interne e lotte intestine.
 
Cosa sta aspettando l’Ente ad abbattere un po’ di burocrazia facendo semplicemente il suo dovere? Chiediamo vivamente alla dirigenza del Parco di uscire dal torpore e di adeguarsi alla legge, provvedendo immediatamente all’approvazione delle nuove cartografie. Non possono pagare i sardi per la scarsa produttività del parco Geominerario storico ed ambientale della Sardegna.
 
Ignazio Locci
Vicepresidente Consiglio regionale