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Il presidente del Partito dei Sardi ed ex assessore regionale dei Lavori Pubblici contro l'ipotesi di legge elettorale nazionale che, a suo dire, penalizzerebbe la Sardegna in termini di rappresentanza nel Parlamento. L'ex esponente della Giunta punta il dito contro il calcolo del numero degli elettori per lo sbarramento e sollecita "chi governa e chi rappresenta i sardi" a "far sentire la sua voce".

"La Sardegna ha un peculiarissima distribuzione della popolazione: un milione e seicentomila abitanti su poco più di 24 mila chilometri quadrati – ricorda – la soglia di sbarramento per accedere alla ripartizione dei seggi sardi deve essere calcolata sulla base della popolazione e dei votanti sardi o su quella della popolazione e dei votanti della Repubblica italiana? – si chiede – La ragione dice che lo sbarramento deve avvenire, in un'isola distante dal continente europeo, minoranza linguistica e con una peculiarità demografica evidente, sulla base della popolazione residente e votante nell'Isola.

Invece no – incalza – lo sbarramento, pari a un milione e mezzo di voti, cioè più dei votanti in Sardegna, è calcolato per la Sardegna sulla popolazione residente e votante nella Repubblica italiana. "Perché – sottolinea – nessuno, dotato di ruolo istituzionale, difende la Sardegna?".