Si stringono i tempi per evitare la crisi al governo della Regione dopo le dimissioni dell'assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, e l'ultimatum lanciato dal Partito dei Sardi di cui è presidente, al governatore Francesco Pigliaru per una svolta in chiave più autonomista.
Tra mercoledì e giovedì sono previsti due vertici di maggioranza e il faccia a faccia tra il PdS e lo stesso Pigliaru per cercare di riavvicinare le posizioni. Si inizierà probabilmente mercoledì mattina, 7 giugno, con l'incontro tra la delegazione del PdS, guidata dal segretario Franciscu Sedda e dal capogruppo regionale Gianfranco Congiu, e il presidente della Regione. Nella stessa giornata, però, dovrebbe essere convocata – per ora c'è solo un'indicazione non ufficiale – anche la riunione con tutti i partiti della coalizione di centrosinistra per riprendere in mano il programma e definire nuovamente le priorità in vista della fine legislatura. In un orizzonte molto vicino, infatti, ci sono da discutere ed esitare alcuni provvedimenti importanti: la legge urbanistica, quella sul turismo, la modifica della legge elettorale regionale, le linee di indirizzo per gli atti aziendali di Asl unica, Aou e Azienda Brotzu e il riordino della rete ospedaliera.
Questi due ultimi argomenti, vero primo banco di prova per la tenuta dell'alleanza, saranno esaminati anche in un vertice sulla sanità convocato per giovedì 8, alle 10, in Consiglio regionale. Nel frattempo, però, c'è da verificare la posizione del Partito dei Sardi, dopo l'addio all'Esecutivo di Maninchedda. Attualmente l'interim è gestito dal vicepresidente della Giunta, Raffaele Paci, ma se il PdS dovesse confermare il sostegno alla Giunta e restare in maggioranza si aprirebbero i giochi per la sostituzione.
"Non andiamo al confronto per fare nomi sull'assessorato – spiega il segretario del PdS, Sedda, uno dei nomi circolati per la staffetta – Innanzitutto chiederemo al presidente di difendere la libertà di scelta dei sardi e di alzare la voce contro questa ipotesi di legge elettorale che, con uno sbarramento al 5% basato sulla popolazione residente da 1,5 milione ci penalizza. Il riconoscimento dell'insularità non riguarda solo aspetti strutturali o economici – prosegue Sedda – ma anche quelli di sistema e rappresentatività. Poi parleremo anche di accantonamenti, del ricorso sull'agenzia sarda delle entrate, dell'Anas sarda e della tutela della minoranza linguistica. Dall'altro lato, staremo ad ascoltare le idee del presidente su questi ed altri temi".