Ci sono almeno 7 donne tra i 13 arrestati stamani dagli uomini della Squadra Mobile di Cagliari nell’operazione coordinata dalla Dda Cagliaritana che ha disarticolato un’organizzazione criminale nigeriana dedita alla tratta di esseri umani e al reclutamento di giovani da avviare alla prostituzione. Che Cagliari fosse un terminal dell’organizzazione era noto alla Polizia: il 2 marzo scorso infatti i poliziotti della Squadra Mobile di Cagliari e di Catania hanno arrestato Michael Uyi Aigieator 35enne, noto “Innocent” e Pamela Ehigiator 27enne, coniugi nigeriani residenti (e operanti) a Cagliari.
L’arresto dei due fu deciso dalla Dda di Catania sull’indagine dalla Squadra Mobile della città siciliana sulla scorta delle dichiarazioni rese ad aprile 2016 da una 15enne nigeriana, Sweet, arrivata a Catania il 20 marzo 2016 con la nave della Guarda Costiera romena “Mai 0201”. La minore aveva riferito di aver conosciuto in Nigeria, tramite una parente, dei coniugi connazionali che stavano in Italia che si erano offerti di organizzarle il viaggio verso il Belpaese, dove l’avrebbero accolta. Sweet, per sfuggire alle condizioni di estrema povertà aveva accettato e assunto un debito di 30.000 euro verso la coppia, debito che avrebbe dovuto ripagare solo prostituendosi.
La minore aveva anche precisato di esser stata sottoposta ad un rito voodoo nell’abitazione di un “Ju Ju man” a Benin City e in quell’occasione di aver conosciuto un’altra giovanissima ragazza, Beauty anch’essa destinata ai due coniugi e che, unitamente alla minore, aveva affrontato il viaggio dalla Nigeria sino all’Italia, dove una volta giunte, le due ragazze erano state separate. Una,proprio Beauty, era stata portata a Cagliari.
Le indagini hanno permesso di riscontrare che i due coniugi arrestati, avvalendosi di una complice in Nigeria che fungeva da reclutatrice e selezionatrice delle giovani, ed inoltre riceveva quale “cassiera” continue rimesse di denaro, si muovevano agevolmente nel settore del traffico di giovani connazionali da far prostituire in Italia ed erano continuamente alla ricerca di nuove “ragazze” da far giungere in Italia per poi immetterle nel circuito della prostituzione su strada.
L’apporto della complice in Nigeria permetteva di ordire minacce e rappresaglie ai danni dei familiari di Sweet, allo scopo di costringere quest’ultima ad allontanarsi dalla comunità per minori ove era stata collocata dalle Autorità italiane, per scongiurare da nuove e più gravi ritorsioni nei confronti dei suoi parenti. L’ indagine ha consentito accertare come le ripetute intimidazioni riuscissero a realizzare lo scopo dei coniugi: la minore, evidentemente terrorizzata dai racconti dei familiari, ad un certo punto ha abbandonato la struttura che la ospitava per unirsi ai propri aguzzini ma grazie all’immediato intervento di personale della Squadra Mobile, è stata rintracciata e nuovamente tutelata presso una struttura protetta.
I due coniugi hanno promosso, organizzato, finanziato ed effettuato il trasporto illegale di Sweet, della giovanissima “Beauty” e di altre cittadine nigeriane, avvalendosi di servizi offerti da soggetti in Nigeria ed in Libia, ove utilizzavano connection houses per la permanenza delle donne prima dell’imbarco alla volta dell’Italia su natanti di fortuna, occupati da numerosi migranti privi di ogni necessaria dotazione di sicurezza, ad alto rischio di naufragio, reclutando le giovani per destinarle alla prostituzione o, comunque, allo sfruttamento sessuale al fine di trarne profitto.
Questo il filo conduttore della banda di nigeriani che agisce sempre con lo stesso modus operandi. In alcuni casi le donne venivano ‘usate’ anche come corrieri ‘ovulatrici’per il trasporto di eroina. Circa tre settimane fa gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dal primo dirigente Marco Basile, avevano ricevuto delle segnalazioni da parte di alcune ragazze nigeriane che si erano rifiutate di proseguire l’attività di prostituzione in strada e con pazienza, ascolto, l’aiuto di intermediatori culturali e interpreti specializzati, ma soprattutto con una efficace azione investigativa, sono riusciti a ricostruire i movimenti dei nigeriani e dell’organizzazione criminale con base a Cagliari e ramificazioni nel resto Italia, in particolare a Reggio Calabria, Pescare, Perugia e Pistoia.