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Ieri si sono nuovamente riuniti in assemblea i 400 lavoratori ex H3g della sede di Cagliari, che
ormai vivono come una vera spada di Damocle lo scorrere del tempo.
 
Notizie di agenzie stampa nazionali hanno fatto trapelare indiscrezioni che portano la tensione ai
massimi livelli.
 
«Ieri abbiamo raccolto il picco massimo della preoccupazione nei lavoratori riuniti in assemblea »
dichiara il Segretario Regionale Tonino Ortega « e non possiamo che dare loro ragione: mentre in
Sicilia e Liguria le istituzioni regionali stanno compiendo atti formali verso la Comunità Europea e
il Ministero dello Sviluppo Economico, il silenzio colpevole delle istituzioni sarde rischia ormai di
trasformarsi in un silenzio complice: il tempo è finito»Dice con durezza il Segretario della Uilcom Sardegna. « Dov’è il Presidente della Regione Pigliaru? Dove sono i competenti assessori? Dov’è il sindacoZedda? Perché ancora non siamo stati convocati dalla V commissione della Regione Sardegna nonostante i nostri infiniti appelli e solleciti? Sono trascorsi ormai 20 giorni dall’incontro romano in cui è stato annunciato il fosco destino di queste 900 famiglie, e dalle istituzioni locali nulla di più di qualche dichiarazione di rito».
 
In conclusione, riportando anche le richieste dei lavoratori emerse ieri in assemblea, il Segretario
Generale della Uilcom Sardegna rinnova per l’ultima volta un appello che suona come un
ultimatum:«Sono trapelati ieri i nomi dei possibili acquirenti: Comdata sarebbe la favorita, seguita da altriOutsourcer come Almaviva e il gruppo Abramo. Questo non lascia presagire nulla di positivo: è il preludio del precipitare degli eventi. Il Presidente della Regione Sardegna e il Sindaco di Cagliari devono coordinarsi al più presto con i loro omologhi della regione Liguria, Lazio e Sicilia, dei comuni di Genova, Roma e Palermo, e insieme pretendere una convocazione immediata al MISE. E’ il ministero che in virtù delle rassicurazioni occupazionali ricevute all’atto della fusione ora deve chiederne conto direttamente all’amministratore delegato di Wind|Tre Maximo Ibarra, che in tuttoquesto è rimasto assurdamente silente. Se una speranza c’è di convincere l’azienda a rivedere i propri piani è questa. E noi siamo pronti a portare tutti i lavoratori sotto la Regione per pretendere che nulla resti di intentato».
 
Tonino Ortega