"I pastori sono sul piede di guerra. Siamo ormai a giugno, a fine annata e dalla Regione non è arrivata alcuna risposta concreta. Anzi si continua a tergiversare e prendere tempo, cercando di scaricare le colpe fuori dal palazzo, mentre i trasformatori hanno venduto il pecorino romano dell'annata 2015-2016 in giacenza senza che ci sia stato alcuna ricaduta sui pastori", ha affermato il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu.
"L'annata è la peggiore degli ultimi 35 anni col latte pagato ai minimi, intorno ai 50 centesimi. Il clima non è stato clemente: autunno pessimo, inverno caratterizzato dalla nevicata straordinaria di gennaio che ha dimezzato le produzioni, causato perdite di animali, conseguenze dal punto di vista sanitario e danni ingenti alle strutture. La mazzata finale – ha detto Cualbu – è la siccità con pesanti ripercussioni nell'immediato e nella prossima annata: assenza di pascoli, acqua e foraggio che stanno costringendo i pastori a comprarlo a prezzi alti dal continente".
"Insomma un annus horribilis che non trova il sostegno ai pastori da parte della Regione rimasta finora immobile. E' da tempi non sospetti che abbiamo cercato di coinvolgerla – ha sottolineato il presidente di Coldiretti -. Da quando il prezzo del Pecorino romano viaggiava intorno ai 10 euro, più alto del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano, abbiamo chiesto insistentemente programmazione e trasparenza dei dati. Quando la situazione è precipitata ed i trasformatori hanno fatto ricadere tutti i costi della crisi nell'anello più debole della filiera, i pastori, con contratti vergognosi, abbiamo avanzato diverse proposte alla Regione di sostegno al reddito dei produttori per limitare le perdite. Tutte proposte rimaste ad oggi lettera morta. Una piccola risposta, arrivata fuori tempo e sotto la pressione dei 5mila manifestanti scesi in piazza il 1 febbraio a Cagliari, è giunta con lo stanziamento dei 14 milioni per il settore nella legge di stabilità approvata il 13 aprile scorso e per i quali abbiamo chiesto un'adeguata ricaduta ai pastori. Iniziativa rivelatasi inefficace perché i soldi sono rimasti nel cassetto della Regione".