La mancata attivazione dell'Areus, delle Case della Salute e degli Ospedali di Comunità, la scadenza del servizio di elisoccorso senza l'avvio del nuovo modello, il tentativo di promuovere una nuova rete ospedaliera senza passare per il Consiglio regionale, una spesa che a dispetto dei proclami si attesta sui 300 milioni l'anno: è tutto nel "libro nero" della sanità illustrato oggi dai Riformatori in una mozione che impegna il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, a riferire immediatamente in Aula. Non è certo la prima volta che il partito parla di "sanità malata".
Ma, dice subito il segretario Pietrino Fois, "non ci divertiamo a convocare una conferenza stampa sulla materia ogni due settimane, il fatto è che ci vediamo costretti". E' Franco Meloni, responsabile del settore sanità del movimento, a elencare nei dettagli le storture del sistema. "Si pensava di risolvere tutto con l'istituzione dell'Ats, l'azienda unica, passaggio da noi stessi auspicato per la centralizzazione degli acquisti e la gestione del personale, ma la realtà è diversa – spiega – oggi si pensa a distribuire direzioni generali e di servizi, si trascurano i servizi territoriali con situazioni al di sotto degli standard di un paese civile come in Gallura, si riducono i posti letto in alcuni territori senza pensare a servizi alternativi". Sotto la lente d'ingrandimento, l'iter della riforma della rete ospedaliera: "Serve un pronunciamento del Consiglio senza il quale ogni atto è illegittimo", chiariscono gli esponenti dell'opposizione. Sull'Areus: "La struttura potrebbe funzionare ma nei fatti è ancora un oggetto misterioso – sottolinea Meloni – non è stato nominato il direttore e ci vorrà almeno un altro anno e mezzo perché entri a pieno regime".
Quanto al Mater Olbia, "non capiamo – dice ancora Meloni – perché si è scelto di affidarsi alla Fondazione del Qatar invece di ricorrere a una gara internazionale, l'ospedale doveva aprire nel 2016 ma, salvo ulteriori sorprese, aprirà a fine 2018". Il primo dei problemi resta comunque la spesa eccessiva ma non sufficiente a "garantire servizi e prestazioni di qualità". Su questo interviene il capogruppo Attilio Dedoni: "L'Assemblea deve pronunciarsi sul futuro della Commissione d'inchiesta sui costi della sanità da me presieduta. La politica ha il dovere di dire se deve continuare la sua indagine o se invece deve fermarsi".