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Bonifiche in corso di realizzazione e da avviare per un valore di oltre 200 milioni di euro, la più rilevante riguarda il "barrieramento idraulico consortile", mentre sono già attivi gli impianti per la messa in sicurezza d'emergenza (Mise) negli stabilimenti e lungo il perimetro del bacino fanghi rossi. In media i lavori dureranno cinque anni, anche se su determinati interventi, per esempio la bonifica della falda acquifera, si stima una durata decennale.

E' ciò che emerge dal rapporto sulle bonifiche dei suoli e della falda nell'area industriale di Portovesme redatto dal coordinamento per l'attuazione del Piano Sulcis dietro la regia del responsabile Salvatore Cherchi. Il dossier riepiloga le principali azioni realizzate con investimenti a carico totale delle aziende che le hanno in attuazione (Alcoa, Portovesme srl, Eurallumina, Enel, Ligestra) e deliberate da decreti del ministero dell'Ambiente.

"Il risultato del lavoro coordinato fra Regione, ministero e istituzioni locali ha condotto al varo di programmi operativi con costi interamente a carico delle aziende sulla base del principio chi inquina paga – ha commentato l'assessora alla Difesa dell'ambiente Donatella Spano – la messa in sicurezza dei suoli avviene con metodi che prevengono il rischio di futuri inquinamenti dei terreni e delle acque sotterranee a causa dell'attività industriale. La Regione agisce infatti perché siano simultaneamente conseguiti gli obiettivi del risanamento, della prevenzione del rischio e del lavoro nell'industria".