"Il sottoscritto Giovanni Panunzio, insegnante, coord. naz. di Osservatorio Antiplagio, comitato di vigilanza sulla tv e sui 'media', denuncia quanto segue.
L'inviato della trasmissione televisiva di Italia 1 "Le Iene", Matteo Viviani, ha realizzato di recente alcuni servizi su un "gioco" suicida telematico denominato "Blue Whale", pressoché sconosciuto in Italia.
A seguito di tali servizi, si è appreso che diversi adolescenti, incuriositi, hanno cercato sul web un referente del "gioco" in questione, per concorrere al "Blue Whale Challenge", che (come è noto) termina con il suicidio di chi vi partecipa.
Secondo un'indagine svolta da Osservatorio Antiplagio, che ha intervistato oltre 300 studenti, quasi nessuno – prima del servizio de Le Iene – conosceva il "gioco" in oggetto, tant'è vero che in Italia fino ad allora non si erano riscontrati coinvolgimenti.
Il 7 giugno u.s. l'inviato della trasmissione Matteo Viviani, incalzato dalla giornalista Selvaggia Lucarelli, ha ammesso che i servizi da lui realizzati erano falsi.
E' evidente quindi che l'intento de Le Iene non era quello di avvertire i nostri ragazzi su un pericolo ben preciso, insussistente in Italia, ma di indurli, al contrario, ad andarselo a cercare online. Gli autori e produttori della trasmissione, infatti, sono consapevoli che il loro programma è molto seguito dai giovani, e conoscono i meccanismi di emulazione che possono scattare nelle menti di persone non ancora totalmente formate nella loro autonomia di pensiero e nella loro capacità di autocontrollo, di fronte ad un nuovo fenomeno che li coinvolge.
E' altresì evidente che il tutto, dunque, è stato organizzato esclusivamente per incrementare gli "ascolti" della trasmissione Le Iene – non di certo per rendere un servizio ai cittadini – e, di conseguenza, incrementare gli introiti di Publitalia '80, concessionaria pubblicitaria di RTI. Per non parlare dei clic e delle condivisioni nei "social" e dell'ampia eco e diffusione che i servizi di Matteo Viviani hanno avuto sulla stampa, su tutti i "media" e all'interno delle più importanti agenzie educative – scuole, famiglie, comunità – con il rischio di arrecare loro danni inimmaginabili. Tant'è che nei giorni successivi ai servizi de Le Iene diversi giovani sono stati trovati in una fase avanzata del "gioco", se non all'ultima sequenza.
Fatte queste premesse e considerazioni, il sottoscritto chiede all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni di avviare ogni iniziativa che possa sanzionare i responsabili di tale e tanta incoscienza e superficialità, a tutela dell'integrità psicofisica dei nostri ragazzi, delle loro famiglie e dell'intera collettività".