migranti-145mila-in-centri-accoglienza-straordinaria

Si chiamano Centri di accoglienza straordinaria (Cas), ma con gli sbarchi che da due anni si susseguono ormai a ritmi record, lo straordinario è diventato ordinario. E così i Cas, le strutture di accoglienza individuate dai prefetti per far fronte ad arrivi massicci e ravvicinati, sono diventati la soluzione prevalente di ospitalità. Dei circa 180mila migranti complessivamente presenti nel sistema di accoglienza nazionale, ben 145mila sono alloggiati nelle migliaia di Cas reperiti in tutta Italia. Immaginati per supplire alla mancanza di posti nelle strutture ordinarie, questi centri sono individuati dai prefetti in convenzione con cooperative, associazioni e strutture alberghiere, secondo le procedure di affidamento dei contratti pubblici, sentito il Comune. La permanenza dovrebbe essere limitata al tempo strettamente necessario al trasferimento del richiedente nelle strutture di seconda accoglienza. Il Viminale punta sulla distribuzione capillare dei migranti nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), gestito insieme a Comuni ed associazioni, ma per ora gli ospiti del Sistema sono 24mila e la parte del leone la fanno i Cas. Naturalmente, le due cose sono legate: potenziando la rete Sprar diminuirebbero i Cas. Proprio a questo punta l'accordo siglato da Viminale ed Anci: aumentare i Comuni che aderiscono allo Sprar per evitare che siano i prefetti – alle prese a volte anche con 3-4mila di persone sbarcate in due giorni – a dover reperire in fretta un tetto e un letto. L'indicazione è stata ribadita pochi giorni fa ai prefetti riuniti al Viminale dal ministro Marco Minniti: promuovere l'accoglienza diffusa nel maggior numero di comuni possibile, cercando la disponibilità dei sindaci a collaborare, sul modello del protocollo firmato a Milano dal prefetto e da un'ottantina di primi cittadini della provincia. Lo schema messo a punto dal ministero e associazione dei Comuni per promuovere l'accoglienza diffusa non decolla però. Sono circa 2.800 (un terzo del totale) i Comuni che ospitano profughi e tanti sindaci osteggiano il piano rifiutando le quote che erano state individuate dal ministero: per i Comuni fino a duemila abitanti è previsto un 'peso' massimo di sei migranti; per le 14 Citta' metropolitane 2 ogni mille abitanti e per il resto dei Comuni tra 3 e 3,5. Lo sforzo del ministero è quello comunque di rispettare le quote regionali stabilite nel luglio 2014 in sede di Conferenza Stato-Regioni: attualmente è la Lombardia ad avere la maggior quota di ospiti stranieri (13%); seguono Lazio e Campania (9%), Emilia Romagna, Piemonte e Veneto (8%).