I 6.062 dipendenti regionali, compresi quelli delle Agenzie e del Corpo forestale, stanno per ricevere un aumento medio in busta paga intorno a 84-93 euro lordi mensili.
A questi si aggiungeranno gli incrementi delle altre voci, come gli straordinari, che saliranno del 2,7%. E' l'effetto dell'accordo tra Fp-Cgil, Uil-Fpl, Saf e Sadirs e il Coran, l'organo di contrattazione della Giunta regionale, sull'ipotesi di contratto collettivo per il triennio 2016-2018. L'accordo, siglato il 6 giugno dai sindacati che rappresentano circa il 53% del totale, non è stato sottoscritto da Cisl-Fps, Fedro, Fendres e Siad. Se tutti i passaggi saranno perfezionati la Sardegna, dopo il Friuli Venezia Giulia e il Trentino, dove gli incrementi però sono inferiori, sarà la terza regione ad aver sbloccato la parte economica del contratto, che può contare su un budget di 14,5 mln e che a regime costerà alle casse regionali 8,9 mln su un finanziamento complessivo per tutto il personale attorno ai 220 milioni di euro l'anno.
Restano ancora da aprire le contrattazioni per le progressioni, per le quali sono disponibili oltre 5,5 milioni di euro, e per la riorganizzazione complessiva delle categorie, del lavoro e dei sistemi di valutazione, forse la parte più difficile da completare. Per Giampaolo Spanu della Uil, si tratta di "un primo traguardo di un percorso che dura da un anno e che ha subito un'accelerazione quando il capo delegazione della Giunta con cui si è trattato l'estate scorsa, Filippo Spanu, è diventato assessore. Altre sigle non hanno firmato il protocollo e – attacca – stanno attuando un gioco cinico sulla pelle di seimila lavoratori".
"E' stato fatto un buon lavoro – osserva Luciano Melis del Sadirs – Abbiamo dato una prima risposta ai colleghi". E di "una prima risposta immediata a lavoratori e famiglie" parla anche Nino Cois della Cgil: "ora – dice – è importante rivedere il sistema di classificazione. Siamo in una fase totalmente nuova, inizia la sfida per la Regione che può mettere in campo quelle riforme annunciate ma ancora ferme". Quanto alle divisioni sindacali, Cois smorza i toni: "siamo abituati a difendere anche chi dissente", chiarisce.