vertenza-wind-tre-la-uil-attacca-il-governo-and-quot-ancora-nessuna-risposta-and-quot

Nella giornata di ieri 15 giugno, all’indomani del grande Sciopero Nazionale che ha coinvolto i lavoratori Wind | 3 di tutte le città interessate dalle esternalizzazioni, numerosi accadimenti si sono susseguiti nella Capitale.

 Alle 11 del mattino, nella sede di Confindustriale di via Noale a Roma, è cominciato il primo faccia a faccia tra Azienda e Sindacati. Nel frattempo però non si è fermato il pressing sul mondo politico.

Anzi c’è stata un’accelerazione, e dai Governi Regionali la vertenza è approdata al Parlamento Nazionale. « Nella giornata di oggi, per merito dell’interessamento dell’Onorevole Michele Piras, al quale va il pubblico ringraziamento nostro e dei lavoratori coinvolti nella vertenza Wind | 3, si è svolta una conferenza Stampa alla Camera dei Deputati che ha preceduto una interrogazione rivolta al rappresentate del Governo » spiega Tonino Ortega, Segretario Generale della Uilcom Sardegna « a firma anche degli onorevoli Lara Ricciatti, Francesco Ferrara e Guglielmo Epifani.

 L’interessamento dei deputati componenti della X commissione parlamentare con competenza sull’industria è un contributo doppiamente positivo » prosegue Ortega « primo perché durante la conferenza stampa gli onorevoli hanno invitato alla Camera anche una rappresentante dei lavoratori sardi, Marianna Stara, accorciando le distanze anche dal punto di vista simbolico tra lavoratori e palazzi delle istituzioni.

E secondariamente perché alle domande sollevate dall’onorevole Piras e dai suoi colleghi, il Ministero competente ha risposto con una non risposta: si è limitato a ribadire le cose già note a tutti, dare un resoconto dei fatti, e dirsi disponibile ad attivare un tavolo di confronto tra le Parti. Ma il vero nodo rimane irrisolto» sottolinea Il Segretario della Uilcom Sardegna « dal momento che il via libera alla fusione tra Wind e H3G ha avuto il via libera dal Governo italiano ha fronte di precise garanzie occupazionali, è troppo facile e inaccettabile sia politicamente che moralmente, che oggi quelle garanzie vengano scaricate su altre aziende appaltatrici, fossero pure i player più titolati del mondo.

La questione è molto semplice: pretendiamo che il Governo e il Ministero dello Sviluppo Economico pretendano il rispetto di quelle garanzie così platealmente disattese col conseguente ritiro dell’operazione di cessione del ramo d’azienda».

Giunge infine sempre da Roma in questi ultimi minuti una richiesta unitaria da parte delle Segreterie Nazionali SlC, Fistel e Uilcom che sembra ulteriormente sollevare il livello di scontro. Nella nota, rivolta con urgenza al Ministro Calenda in persona, si legge senza mezzi termini come “con la presente siamo a chiederVI un incontro – in tempi brevi – al fine di impedire la suddetta cessione di ramo d’azienda ». Insomma siamo solo al primo giorno dei 10 previsti dalla procedura e lo scontro sembra cominciato nel modo più duro.