“La protesta inscenata oggi dal comparto agropastorale sardo dimostra ancora una volta che i 14 milioni stanziati dalla maggioranza per fare fronte alla crisi del prezzo del latte non sono sufficienti, come abbiamo detto fin dal primo momento: servono almeno 40 milioni, soldi che la Regione non è in grado di mettere in campo perché non dispone di entrate sufficienti, dal momento che alla Giunta manca la capacità politica di esigere dal Governo le risorse che ci spettano, quote erariali in testa”, dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi per l’Europa in Consiglio regionale, Attilio Dedoni.
“I 12 milioni di contributi de minimis sbloccati dall’Oilos sono acqua fresca davanti alla crisi più grave nella storia del comparto”, sottolinea Dedoni. “Oltre ad un maggiore stanziamento di risorse, servono interventi strutturali che riportino il settore agropastorale al centro del sistema economico regionale. Servono misure concrete per far salire il prezzo del latte, liberando i produttori dalla tenaglia speculativa che li vede stretti tra gli industriali del comparto lattiero-caseario e gli importatori di mangimi. Servono investimenti per aumentare la produttività e la redditività delle aziende, anche attraverso l’introduzione di ausili tecnologici in grado di ridurre i costi di produzione. Si deve adottare una seria programmazione per fare fronte al problema della carenza idrica, per la quale non si può più parlare di emergenza: i cambiamenti climatici stanno modificando definitivamente la disponibilità delle risorse idriche nella nostra Isola e il comparto agropastorale non può sopravvivere a lungo se non vengono adottate soluzioni che gli
consentano di avere l’acqua di cui ha bisogno”.
“E’ necessario, infine, ridurre i tempi della burocrazia, sia di quella regionale che di quella nazionale, perché gli aiuti spettanti alle aziende vengono sempre erogati con ritardi inaccettabili”, conclude il capogruppo. “A fronte di tutto questo, i 14 milioni stanziati dalla Regione, 12 soltanto dei quali destinati agli allevatori, suonano come una beffa, un’elemosina che non può nulla per rilanciare le sorti di uno dei comparti fondamentali della nostra economia”.