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La Corte Costituzionale respinge il ricorso proposto dalla Regione Sardegna sulla vertenza accantonamenti che per l'isola valgono 684 milioni di euro (che nel 2018 saliranno a 848 mln) ma la Giunta guidata da Francesco Pigliaru annuncia battaglia. Oltre ad un nuovo appello alla "leale collaborazione", il governatore affila le armi per portare avanti la vertenza Sardegna "che non è mai stata chiusa: cambiano i colori, ma il confronto rimane aperto", ha detto in una conferenza stampa convocata questo pomeriggio a seguito della notizia giunta da Roma.

Un confronto che sfocia in un altro scontro giudiziario. Già oggi la Giunta ha deciso di impugnare il decreto del ministro dell'Economia e delle Finanze che prevede di tenere nelle casse dello Stato come riserve erariali il maggior gettito generato dalla tasse automobilistiche in conseguenza di una legge del 2006, poco meno di 4,5 milioni di euro. Successivamente, come ha spiegato l'assessore della Programmazione Raffaele Paci, stante la situazione attuale nella Finanziaria 2018 non verranno inseriti i maggiori accantonamenti imposti dallo Stato. "Dovrà essere Roma ad impugnare la nostra legge di stabilità. La strada maestra è la politica ed è questo che dice la Consulta in sintesi". Nelle prossime ore la Giunta Pigliaru invierà un sollecito alla sottosegretaria della Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi per avere una risposta sul dossier presentato ad aprile.

"Ci aspettavamo una sentenza differente – osserva il governatore sardo – non è stata a noi favorevole e quindi, di fatto, giustifica quel tipo di accantonamenti che noi riteniamo ingiusti. Siamo la Regione che si paga il 100% della sanità pubblica e questi accantonamenti vanno a finanziare la sanità di altre regioni. Si passa da un terreno puramente giuridico e tecnico a squisitamente politico". "Ci sono alcuni profili nella sentenza che ci danno la forza per proseguire il nostro confronto con lo Stato – ha spiegato Paci – i giudici si soffermano sulla necessità di un'intesa singola con le autonomie speciali e sulle norme di attuazione che sono applicabili sin dal 2010". "Questa sentenza è inaccettabile perchè abbiamo dimostrato di avere avviato un percorso virtuoso per garantire ad ogni sardo la sanità monitorando ogni euro – ha detto l'assessore alla Sanità Luigi Arru -. Lo Stato deve assumersi le sue responsabilità di fronte ai cittadini della Sardegna. Noi continuiamo con determinazione a permettere accesso alle cure evitando che ci siano cittadini di serie A e di serie B".