Forza Italia torna all'attacco della Giunta regionale dopo la sentenza che ha respinto il ricorso della Sardegna sugli accantonamenti imposti dallo Stato.
"Un atteggiamento da dilettanti da sbaraglio dinanzi al quale la richiesta di dimissioni è il minimo – osserva Ugo Cappellacci, coordinatore Fi – Hanno fatto una figuraccia perché hanno pure sbagliato la delibera autorizzativo, dimenticando di indicare un contenuto uguale a quello del ricorso. Non solo – prosegue -, nella loro foga di dimostrare che l'accordo stipulato da Pigliaru nel 2014 non era la schifezza che è, hanno incentrato tutto su quel pastrocchio e sono stati i giudici costituzionali a spiegare la differenza tra la patacca rifilata dal Governo a Pigliaru e l'accordo stipulato con il Trentino-Alto Adige. Altrettanto grave è il passaggio con cui la Corte dice che la vertenza entrate è stata superata in conseguenza dell'accordo stipulato il 21 Luglio 2014, Insomma – conclude – Pigliaru ha chiuso con disonore".
Pietro Pittalis e Alessandra Zedda, rispettivamente capogruppo e vice di Forza Italia in Consiglio regionale, puntano il dito contro "l'accordo farsa che Pigliaru e Paci hanno sottoscritto col Governo italiano in materia di Entrate e in particolare la posizione supina e rinunciataria su accantonamenti e riserve, che sono da leggersi come soldi dei sardi dovuti dallo Stato per assolvere ai bisogni, servizi e sviluppo della nostra Isola".
"La Giunta Pigliaru, con palese insipienza e subordinazione, dipendente dalle imposizioni e dai voleri romani, ha deciso di ritirare i ricorsi contro lo Stato e soprattutto sottoscrivere l'accordo di luglio 2014 dal quale sono nate tutte le difficoltà finanziarie degli ultimi anni della Regione, vincolata a un pareggio di bilancio che si poteva e si doveva rimandare considerata la difficile applicazione del DL 118 – sostengono – Infatti avevamo suggerito di inserire almeno quelle clausole di tutela che avrebbero permesso di salvare e garantire le corrette risorse finanziarie. Con uno Stato sleale si devono impedire perlomeno tagli e scippi sugli accantonamenti e le riserve di Bilancio".