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"Alitalia non partecipa al bando per la continuità territoriale perché, così dicono fonti interne, le condizioni economiche sarebbero insostenibili. Considerando che da Cagliari erano disponibili 77,8 milioni di euro da e per Roma e 47,2 mln da e per Milano viene da chiedersi se credevano di pagarsi il loro debito multimilionario creato in anni di mala gestione all'italiana con i soldi dei sardi", lo ha dichiarato Franciscu Sedda, segretario del Partito dei Sardi.

"La verità è che mentre altre compagnie partecipano tranquillamente, per Alitalia, Tirrenia e per tutte le vecchie compagnie o enti di Stato la Sardegna è sempre un luogo straniero, una mucca da mungere. Possono dunque cambiare padroni o nomi ma quando si tratta della Sardegna si comportano sempre alla stessa maniera – ha spiegato Sedda – fanno dunque ridere le lacrime di coccodrillo di certi esponenti della vecchia politica sarda che si stupiscono dell'insensibilità della 'compagnia di bandiera' di fronte alla Sardegna quando la storia insegna che quelle italiane sono sempre state compagnie con bandiera straniera o al più con bandiera dei pirati".

"Nel futuro si dovrà avere il coraggio di riflettere laicamente sul sistema degli oneri di servizio in cui i soldi dei sardi vanno a finanziare compagnie che ben poco lasciano in Sardegna. Avendo il coraggio di volare un po' più in alto, comportandosi da Stato e usando prerogative già nostre ma mai sperimentate – ha sottolineato l'esponente del PdS – si potrebbe infatti da un lato pensare di usare la leva della fiscalità per attirare le compagnie aeree private ad operare da e per la Sardegna, e dall'altra si potrebbero utilizzare i nostri soldi per costruire, ma senza fare gli infantili errori della Giunta Cappellacci, delle nostre compagnie a partecipazione pubblica che parlino la nostra lingua, promuovano il nostro territorio, impieghino e facciano crescere le nostre competenze".