La riorganizzazione della rete ospedaliera dovrà superare l'ostacolo più impegnativo: i voti segreti che potranno essere chiesti in Aula anche dopo la sintesi affidata al nuovo vertice di maggioranza fissato per martedì 18 luglio, dopo il confronto di oggi durato oltre tre ore. L'obiettivo del centrosinistra è infatti quello di condividere gli emendamenti con l'impegno di rinunciare a quelli non unitari. L'accordo però stenta a decollare, anche perchè diversi consiglieri di maggioranza sono restii a passi indietro ma se ripresenteranno le loro proposte di modifica si esporranno al voto segreto. Un'eventualità che il presidente Pigliaru vuole assolutamente scongiurare, sgombrando così il campo da possibili atti di slealtà nei suoi confronti.
Sei i punti più controversi in base alle richiesta arrivate dalla coalizione: il riconoscimento delle strutture accorpate di Alghero e Ozieri come ospedale di primo livello che avrebbe un costo aggiuntivo di 5 milioni di euro all'anno; il mantenimento delle specialità attuali per l'ospedale Dettori di Tempio (4,2 mln per il funzionamento h24 di ortopedia, ostetricia e pediatria); il mantenimento del punto nascita del Merlo di La Maddalena (1,5 mln); il riconoscimento dell'ospedale di secondo livello per il San Francesco di Nuoro (8 mln); il riconoscimento del primo livello per il Nostra Signora della Mercede di Lanusei (1,6 mln); il mantenimento della medicina e della chirurgia al Delogu di Ghilarza. L'opposizione della Giunta su questi punti è netta ma potrebbero esserci degli spiragli e le trattative sono in corso. I problemi per la maggioranza non finiscono qui. In commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra, il centrosinistra non ha più la maggioranza: il gruppo Misto esprimeva due consiglieri ma in base ai numero ne può avere uno solo.
Attualmente è rimasto Emilio Usula (Rossomori), che però è passato all'opposizione. Nella prossima riunione di mercoledì 19 potrebbero già esserci problemi sul numero legale e sulle votazioni. C'è poi la questione dei tempi: nei prossimi giorni l'assessore della Sanità Luigi Arru avrà un chiarimento con l'Anci, che ha espresso perplessità sulla riforma, e bisognerà convincere il Consiglio delle autonomie locali (Cal) a dimezzare i tempi per il parere obbligatorio sul provvedimento da 15 a sette giorni. La minoranza, inoltre, ha dieci giorni per predisporre la relazione per l'Aula. Se non ci saranno aperture sul cronoprogramma, la riorganizzazione ospedaliera rischia di approdare in Consiglio a settembre.







