Il PdS punta i piedi sulla riorganizzazione della rete ospedaliera e sprona gli alleati: "non siamo disposti a far slittare la riforma a settembre e siamo pronti a lavorare anche a Ferragosto".
Ma il modello organizzativo previsto dalla Giunta deve anche essere rivisto e quindi ecco circa 40 emendamenti di sostanza in parte già condivisi con la maggioranza. Mentre quelli che non saranno accolti saranno ripresentati in Aula per il voto palese. "La nostra proposta è integrativa e complementare rispetto alla quella insoddisfacente della Giunta – ha detto il capogruppo Gianfranco Congiu -. Siamo totalmente ostili a un modello importato dal decreto ministeriale 70, anche perché all'art. 3 prevede una finestra importante che permette una differenziazione".
I princìpi che hanno ispirato gli emendamenti riguardano anche l'equiparazione tra pubblico e privato ("non si capisce perché al pubblico sono richiesti standard elevati, mentre al pubblico no", precisa) e la compensazione del disagio nei territori. Augusto Cherchi ha dettagliato gli interventi proposti spiegando che "la battaglia la faremo tutta senza inginocchiarci a nessuno per modificare in meglio la riforma e non certo per piantare bandierine. Crediamo che ci siano ampi margini di trattativa e di condivisione avanzata con la maggioranza".
"Abbiamo dimostrato di non essere portatori di interessi di una particolare zona dalla Sardegna, ma sosteniamo che questo provvedimento dovesse essere adottato all'inizio della legislatura e non a un anno e mezzo dalla sua scadenza – osserva Roberto Desini -. A parte i contrasti interni ad alcuni partiti come il Pd, c'è una forte criticità nell'impostazione di fondo sui lavori e non siamo disponibili a barattare niente".
"E' tempo che la maggioranza si fidi e si faccia guidare dal PdS – osserva il segretario Franciscu Sedda – In sanità siamo stati i primi a segnalare alcune criticità e dare in anticipo le soluzioni. Vogliamo difendere la sanità pubblica e non ci facciamo dettare le regole dai decreti ministeriali". Secondo Alessandro Unali, "la battaglia è per un servizio sanitario che risponda a tutti i cittadini".