tre-morti-in-incidenti-su-piccoli-aerei-due-in-gallura

Giornata 'nera' sui cieli italiani, dalle Alpi alla Sardegna. La passione per il volo, per quei piccoli aerei privati che d'estate consentono facili e veloci spostamenti, è purtroppo finita in tragedia. Il bilancio finale è di tre morti e cinque feriti in tre distinti incidenti accaduti a distanza di poche ore. Il più grave in Gallura, fra Trinità d'Agultu e Vignola. Poco prima di mezzogiorno un ultraleggero "Corvus RG 60", durante la manovra di atterraggio, ha perso quota e si è schiantato al suolo a 100 metri dall'aviosuperficie di Costa Paradiso. Subito dopo l'impatto il velivolo ha preso fuoco. Per le due persone a bordo non c'è stato nulla da fare: il pilota Franco Castagna, di 62 anni, e la passeggero, Marica Magrini, di 55, entrambi di Verona, sono morti carbonizzati. A nulla è servita la tempestività dei soccorsi di vigili del fuoco, equipe medica del 118 arrivata con l'elicottero da Fertilia, polizia e carabinieri.

Sull'incidente la Procura di Tempio Pausania ha aperto un'inchiesta penale e contemporaneamente partirà anche un'inchiesta tecnica: il direttore dell'Enac della Sardegna, Marco Di Giugno, trasmetterà gli atti all'Agenzia nazionale sicurezza volo. Secondo una prima ricostruzione, fatta anche attraverso la testimonianza di Walter Rosini, un amico della coppia che stava atterrando nell'aviosuperficie assieme alle vittime a bordo di un altro ultraleggero, il velivolo di Castagna si è avvitato su se stesso a 100 metri dalla pista per poi schiantarsi al suolo. Franco Castagna e Marica Magrini erano amici di vecchia data e condividevano la passione per il volo da tempo. Entrambi veronesi facevano parte del club di volo cittadino e spesso partivano con il loro ultraleggero per trascorrere il fine settimana fuori casa. "Aveva ereditato questa passione da nostro padre, Sergio, morto da qualche anno", ricorda all'ANSA Morena Magrini, sorella di Marica. Morena conosceva bene anche Franco Castagna, che questa mattina si trovava ai comandi del Corvus RG 60: "è un amico di famiglia di vecchia data. Sia lui che mia sorella erano dei piloti abili ed esperti". Si tratta della seconda tragedia in volo avvenuta nell'Isola in pochi giorni.

Il 5 luglio scorso altre due persone su un ultraleggero – Piero Capoccia, 48 anni, maresciallo in servizio alla base di Decimomannu e Maria Cristina Cruccu, 41enne di Pabillonis – sono morte precipitando nello specchio d'acqua antistante la spiaggia di Portoscuso, nel Sulcis. Un'altra vittima si è registrata sulle Alpi tra Italia e Francia: questa volta è caduto un aliante. Il corpo del pilota – secondo le prime informazioni raccolte è un britannico – e il resti del velivolo sono stati trovati oggi dai militari del soccorso alpino della Guardia di Finanza di Bardonecchia (Torino), nella zona di Val-de-Pres, poco prima del confine italiano. L'aliante era decollato ieri dal piccolo aeroporto francese di Serre La Batie e aveva fatto perdere le sue tracce. Meno gravi le conseguenze del terzo incidente aereo verificatosi questa mattina nell'area dell'avio-superficie di Cecina, nel Livornese. Un calo di potenza in fase di decollo sarebbe all'origine dello schianto di un Piper utilizzato per il lancio di paracadutisti sportivi. Il velivolo è precipitato da un'altezza di una decina di metri in un campo appena fuori la fine della pista, ribaltandosi. A bordo c'erano cinque persone: quattro sono riuscite subito ad uscite riportando lievi ferite. La quinta, rimasta incastrata nella carlinga, è stata poi liberata dai vigili del fuoco e trasportata con l'elisoccorso all'ospedale Cisanello di Pisa.