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E’ iniziato l’anno nuovo e non poteva mancare l’ennesimo incidente di caccia. Scorre veloce la contabilità dei morti e feriti umani nel corso della stagione venatoria 2012-2013 in Sardegna. Antonio Figus (27 anni) ferito a una gamba durante una battuta di caccia nei boschi di Aritzo è il caso di oggi) e Salvatore Tala di Ossi è morto tavolto da una piena di un fiume dov'era scivolato.

A novembre il primo bambino morto a causa della caccia, ma l’invito degli stessi cacciatori della compagnia di Irgoli per uno stop alla caccia per una domenica per ricordare il povero Andrea Cadinu e per riflettere su un’attività sempre più rischiosa era stato accolto dai colleghi cacciatori con nuovi lutti.

“Purtroppo la riflessione è stata sparata da un calibro 12”, scrive Stefano Deliperi del Gruppo di Intervento giuridico, “purtroppo ancora non si comprende e non si vuol capire come la caccia sia l’unico divertimento che procura morte”

Nella stagione venatoria 2011-2012 in Sardegna vi sono stati quattro morti e quattordici feriti, tutti cacciatori (ad eccezione di un pescatore di origine romena), dei quali uno ucciso in circostanze inquietanti per cause legate al mondo venatorio e un altro deceduto per infarto durante una battuta di caccia. 

Nella stagione venatoria 2010-2011 in Sardegna ci sono stati 4 morti, tutti cacciatori, e 11 feriti, dei quali 10 cacciatori e 1 persona comune, una ragazza che cercava funghi.  Il trend rispetto agli anni precedenti è in deciso aumento. I morti e i feriti fra gli altri animali in una stagione venatoria si stimano in centinaia di milioni.