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Non solo la necropoli. Serve che Regione e Comune trovino un accordo su tutta l’area: da Tuvixeddu a Tuvumannu. Lo scrive Alessandro Serra, portavoce del presidente della Regione Ugo Cappellacci in risposta alle dichiarazioni di ieri del sindaco Massimo Zedda. Secondo al Regione il primo cittadino deve concludere la copianificazione conclusa nel novembre 2011, firmando i verbali.
 
Nel comunicato Serra ricorda che la Regione ha “più volte dato impulso alle attività di copianificazione in ottemperanza alla sentenza del Consiglio di Stato del marzo 2011”, attività articolata nei lavori del tavolo tecnico a cui hanno partecipato gli Uffici della Regione stessa, del Comune di Cagliari e della Soprintendenza, conclusi nel novembre del 2011. 
 
E dopo mesi di silenzio, spinto dalla “preoccupazione per il perdurare di una situazione di immobilismo inerente le vicende relative a Tuvixeddu” il presidente della Regione Cappellacci scriverà al Sindaco Zedda una comunicazione datata 3 maggio 2012, “a cui il Sindaco non ha mai dato nessun cenno di riscontro”.
 
E oggi arriva la replica del Presidente Cappellacci: “Come più volte ripetuto”, spiega il portavoce Alessandro Serra, “o si trova una soluzione definitiva per l’intero compendio di Tuvixeddu e Tuvumannu, così come anche indicato dalle recenti e meno recenti pronunce dei giudici amministrativi, o si continuerà a tenere sotto scacco una parte della città ed un bene di tutta la Sardegna, inseguendo invece inutili e sterili polemiche. Sulla via abbondantemente tracciata di un accordo tra le competenti Amministrazioni”, aggiunge, “la Regione ha già ampiamente fatto la propria parte ed è pronta alla definizione ultima dell’accordo stesso. Si auspica finalmente”, conclude, “che anche il Comune di Cagliari possa adempiere alla propria responsabilità e ad esercitare le competenze e prerogative che gli competono nel rispondere alla pronuncia del Consiglio di Stato”. La Regione si aspetta cioè che il primo cittadino metta la firma sui verbali della copianificazione conclusi a novembre.
 
Cronistoria degli ultimi avvenimenti:
 
I tavoli su Tuvixeddu si fermano il 24 novembre 2011 quando Maria Assunta Lorrai, direttrice regionale del Mibac presenta un parere dell’Avvocatura distrettuale dello Stato che l’articolo 49 (che tutela le aree di pregio) prevale “per il carattere di specialità” sull’articolo 15 del piano paesaggistico regionale che salva i piani già approvati, complicando così la strada alla lottizzazione.
 
Ma la Giunta comunale cagliaritana nel gennaio 2012 approva una delibera proprio su Tuvixeddu. Alcuni passaggi aprivano la strada all’edificazione in via Is Maglias, ma dopo l’esplosione delle proteste (intellettuali, ambientalisti, ma anche esponenti della stessa maggioranza in consiglio comunale) la delibera resta nei cassetti del sindaco Zedda.
 
Nel febbraio 2012 la Regione nega le autorizzazioni a Coimpresa per riprendere i lavori e il Tar convalida il vincolo di interesse storico per le vecchie cave dell’area di via Is Maglias. E un mese dopo (marzo 2012) la necropoli riapre al pubblico: migliaia di cagliaritani in coda ammirano, alcuni per la prima volta nella vita, le sepolture puniche. 
 
Ma sulla lottizzazione di via Is Maglias tutto tace. Finché, spinto dalla “preoccupazione per il perdurare di una situazione di immobilismo inerente le vicende relative a Tuvixeddu” il presidente della Regione Ugo Cappellacci scriverà al Sindaco Zedda una comunicazione datata 3 maggio 2012, “a cui il Sindaco non ha mai dato nessun cenno di riscontro”. Il primo cittadino che romperà il silenzio assieme all’assessore comunale all’Urbanistica Paolo Frau il 7 giugno 2012 e annunciando il ritiro della contestatissima delibera del gennaio 2012. 
 
Nel settembre 2012, quasi in contemporanea con l’apertura di un’inchiesta della Procura, viene rinviato di un anno l’esito dell’arbitrato sulla domanda di risarcimento danni inoltrata da Coimpresa alla Regione per l’interruzione dei lavori sul colle. Intanto la stessa società chiude l’ufficio tecnico di via Is Maglias. E a dicembre il Comune riprende i lavori (erano al 60 % quando sono stati interrotti per due volte: prima per i vincoli imposti sotto la Giunta Soru e poi dopo il sequestro da parte dell’autorità giudiziaria che manderà a processo l’ex Sovrintendente ai Beni Archeologici e i funzionari del Comune di Cagliari) nel parco archeologico. Il nuovo progetto tende a “mitigare” le fioriere e le altre opere impattanti, ma verrà bocciato dalle associazioni ecologiste più agguerrite.
 
Il 16 gennaio scorso il Tar conferma il no della Regione ai lavori di Coimpresa. Ieri Zedda ieri annuncia la riapertura del parco e l’adeguamento del puc al ppr.