Un invalido cagliaritano, malato di tumore al pancreas, che si era visto slacciare la fornitura di acqua dal gestore idrico Abbanoa per una morosità di oltre 11 mila euro dal 2003 ad oggi, potrà di nuovo aprire i rubinetti grazie al pronunciamento del giudice del Tribunale di Cagliari che ha accolto un'istanza cautelare presentata dal legale dell'associazione Casa dei Diritti, l'associazione presieduta da Carlo Asili che sta seguendo il caso.
All'annuncio del provvedimento che ha intimato ad Abbanoa di erogare l'acqua al cliente moroso, è seguita la replica del gestore secondo il quale "il debito del cliente non è minimamente messo in discussione: dal 2003 a oggi ha pagato soltanto 2 bollette su 28, accumulando un importo di 11.300 euro. Essendo passati dieci anni, non è nemmeno una cifra anomala per una villa con ampio giardino e prato verde – spiega la società ricordando il piano di dilazione predisposto per venire incontro alle richieste del cliente – Abbanoa ha tutte le ragioni per vedere saldato l'importo dovuto. E' superfluo sottolineare – aggiunge il gestore – che Abbanoa non sia a conoscenza dello stato di salute dei clienti, mentre in questo caso è evidente la morosità".
Nel frattempo l'associazione Casa dei Diritti ha già depositato un esposto in Procura perché vengano valutati eventuali profili di reato penale nella gestione della pratica. "A nostro avviso – argomenta Asili – si tratta di interruzione di pubblico servizio. L'acqua è un diritto fondamentale e non si stacca a nessuno. Certo che Abbanoa ha tutto il diritto di recuperare i crediti, ma non esiste una norma – spiega il presidente dell'associazione – che autorizza il gestore allo slaccio. C'é invece un regolamento interno che interpreta, a nostro avviso in maniera non conforme, la convenzione con l'ex Autorità d'ambito".







