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Esplode la polemica dopo le dichiarazioni di Bonanni e dalle Istituzioni sarde arriva una chiara risposta: "L'autonomia non si tocca".

Il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci: "Se l'Autonomia della Sardegna ricalcasse veramente un modello di carattere statale, avremmo avuto meno difficoltà a risolvere le questioni ancora aperte con un Governo nazionale che nel corso degli anni si è dimostrato a dir poco restio a riconoscere diritti e aspettative legittime di un popolo che non vuole privilegi,assistenzialismo, ma solo quanto gli spetta per camminare con le proprie gambe".
 
Ed è proprio "grazie all'Autonomia che i sardi, anche con i referendum regionali, hanno avuto la possibilità di far alzare subito la loro voce per dire no a chi avrebbe voluto calare dall'alto la decisione di trasformare la nostra isola in una pattumiera nucleare".
"Per questo lo Statuto Speciale – conclude il presidente della Sardegna – rappresenta e deve continuare ad essere uno strumento di difesa degli interessi della nostra terra non solo da uno stato patrigno, ma anche da poteri assai forti economicamente e politicamente e interessati a speculare a discapito della Sardegna".
 
Dura anche la presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo: "Le parole in libertà, come quelle espresse da Bonanni sull’esercizio dell’autonomia in Sardegna sono zeppe di luoghi comuni e del tutto prive di senso reale e, quindi, fuorvianti".
 
"Il saggio Bonanni ci dica piuttosto perché fra le sue tante battaglie in favore dei più deboli non si è mai battuto perché alla nostra Isola siano riconosciute le misure compensative che l’Unione Europea concede alle regioni insulari e ultraperiferiche per colmare le diseconomie che tale condizione comporta. Forse in tal modo ci sentiremo più italiani e più facenti parte della Repubblica, senza sentirci cittadini disastrati e orfani di uno stato troppo spesso patrigno, ma che nessuno sogni di chiederci di rinunciare ad essere un popolo distinto, con una storia una lingua e una cultura che sono il lascito di una antica civiltà di cui andiamo fieri e orgogliosi. Italiani sì, ma prima sardi" conclude la Presidente.
 
Per il deputato Salvatore Cicu (Pdl): "Non è attraverso delle proposte di rottura che si costruisce un percorso di riforma istituzionale condiviso. Lo Stato e ora anche un autorevole esponente sindacale, continuano ad intraprendere un'operazione di assalto all'Autonomia della nostra Regione, privandola di poteri, funzioni, e soprattutto risorse che ci spettano di diritto".
 
Ironizza il leader del Psd'Az, Giacomo Sanna: "Concordo pienamente con quanto affermato da Raffaele Bonanni, l'autonomia è, infatti, superata e alla Sardegna serve l'indipendenza. Non solo lo dice il Partito Sardo d'Azione ma addirittura qualche mese fa, per un solo voto, non lo ha deliberato il Parlamento sardo. In ogni caso i sardisti non si arrendono e prometto, al segretario italiano della Cisl, che continueremo a batterci, in ogni sede, per portare i sardi all'indipendenza. Sicuro che, Raffaele Bonanni si impegnerà a fondo per riformare il sindacato e migliorare le politiche del lavoro nella sua Italia delle larghe intese e della democrazia ristretta".
 
All'attacco anche il coordinatore nazionale di Sardigna Natzione Indipendentzia, Bustianu Cumpostu: "L'Italia affonda davvero, neanche i suoi sindacalisti sanno più cosa dire, e non si informano neanche prima di parlare la Sardegna non è un peso economico per lo stato Italiano ma anzi vanta crediti che lo Stato non riuscirà mai a pagare. Grazie Bonanni, perché forse i sardi capiranno che l'Italia non è una matrigna ma semplicemente un'estranea: non resta che l'indipendenza". 
 
"L'unica autonomia della quale Bonanni dovrebbe rendere conto è quella che segna la distanza tra il segretario nazionale della Cisl e il lavoro che non c'è in Italia come in Sardegna" così, Francesca Barracciu, europarlamentare Pd.
 
Per Mauro Pili (Pdl): "Da un leader sindacale ci saremo aspettati solidarietà e non stupidità. Le dichiarazioni di chi straparla sull’autonomia regionale sarda sono la dimostrazione dell’incompetenza con la quale certi esponenti nazionali parlano con ignoranza e demagogia gratuita della specialità della Sardegna. Chiedere l’abolizione dell’autonomia speciale come ha fatto il segretario nazionale della Cisl Bonanni è un esercizio di stupidità senza precedenti che contrasta con la grande tradizione autonomista della Cisl in Sardegna. Bene farebbe a chiedere scusa".