Sono più i bovini al pascolo dei Cavallini della Giara. Entrando nel cuore della Giara, a Pauli Maiori e a Mitza Salamessi è sempre più difficile avvistare esemplari dell’ultimo cavallo selvatico al mondo.
"Induce molta preoccupazione vederne così pochi esemplari e, contemporaneamente, riscontare così tanti bovini che non dovrebbero pascolare qui. Non è lontano l’eco di quanto accaduto nell’autunno 2012, con il ritrovamento di diversi esemplari di Cavallini debilitati" denunciano le associazioni ecologiste, Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo di Intervento giuridico.
Non c’è stata una morìa vera e propria, né un epidemìa, c’è stata invece la dura competizione alimentare con le centinaia di capi bovini e suini che abusivamente pascolano sulla Giara. "Non conforta nemmeno – spiega l'ambientalista Stefano Deliperi – la recente sottoscrizione dell’ennesimo “Protocollo d’intesa per la gestione, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio di Cavallini della Giara insistente sul territorio dell’altopiano della Giara” fra la Regione autonoma della Sardegna la sua agenzia Agris, i Comuni territorialmente interessati, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale: senza risorse economiche certe e, soprattutto, senza una volontà comune che vada oltre i piccoli e deleteri campanilismi non si va da nessuna parte".
Il rischio di un nuova stagione di morte per "is quaddeddus" è sempre più forte. Le associazioni ecologiste hanno inoltrato una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti alla Commissione europea, al Ministero dell’ambiente, alla Regione autonoma della Sardegna, all’Unione dei Comuni della Marmilla, ai Comuni di Gesturi, Tuili, Setzu, Gonnosnò e Genoni, al Corpo forestale e di vigilanza ambientale e all’agenzia regionale Agris, per lo svolgimento immediato del censimento degli esemplari di Cavallini della Giara, la loro cura sanitaria, la cattura di bovini e suini al pascolo abusivo. Misure minimali per garantire la sopravvivenza di un simbolo vivente della nostra Terra, di una parte della nostra identità.
"I Comuni, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, la Polizia locale devono tener fuori dalla Giara il bestiame abusivo – spiega ancora Deliperi – e sanzionarne i proprietari, mentre la Regione autonoma della Sardegna deve garantire l’assistenza veterinaria e la vigilanza sulla popolazione equina (di proprietà regionale e della locale Unione dei Comuni)".
Per gli ambientalisti, però, è necessario riprendere il processo istitutivo del parco naturale: "solo così potrà esser data una gestione unitaria a un bene ambientale unico e potranno esser attivate valide sinergie con gli importanti beni culturali presenti in zona per favorire flussi turistici benefici per il territorio".
"Non sarebbe ora – conclude Deliperi – di dare una svolta positiva per l’ambiente e per le sempre più sparute popolazioni locali in balìa di pochi interessi particolari?"






