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Sciopero della fame a Buoncammino. I detenenuti protestano per le condizioni in cui sono costretti a vivere e da oggi rinunceranno al vitto fornito dall'amministrazione. "Proseguiremo fino a quando riusciremo ad andare avanti", sottolineano in una lettera firmata da 300 detenuti e indirizzata, tra gli altri, al presidente della Repubblica, al ministro della Giustizia, al provveditorato regionale e al sindaco di Cagliari.

   La protesta scatta in concomitanza con la giornata in cui si tiene la manifestazione nazionale contro il carcere, il 41 bis e l'isolamento. "Vogliamo far sapere a tutto il mondo esterno – scrivono i carcerati di Buoncammino – la realtà della tortura istituzionale dell'apparato della giustizia che tutti i detenuti stanno subendo".

Poi un lungo elenco dei tanti problemi specifici di Buoncammino: "sovraffollamento, malattie derivanti dalla detenzione, atti di autolesionismo e gli omicidi di stato (suicidi) conseguenza dell'oppressione penitenziaria".

"Ci tengono chiusi 21 ore al giorno senza far niente – prosegue la lettera-denuncia – con carenze igienico sanitarie mentre la struttura cade a pezzi, come accaduto qualche giorno fa con il crollo di un pezzo di ballatoio al secondo piano del carcere".